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contro mastro ciliegia

Come li trolla "Il" Presidente

Maurizio Crippa

Ha fatto venire l'orticaria a tutti i ben-gender pensanti, la decisione di Giorgia Meloni di farsi appellare al maschile. Reazioni di malcelato hate speech. Proprio non riescono a capire che meloni li sta bellamente perculando sul loro stesso terreno: è il contrappasso del linguaggio

Il segretario generale, Deodato dottor Carlo, diramò alfine l’attesa “opportuna informazione”. L’appellativo da utilizzare sarà “il Presidente del Consiglio”. (Inizialmente c’era anche “Signor”, ma il Presidente On. Giorgia Meloni lo ha espunto di sua mano. Sarà dunque chiamata come Nilde Iotti, che fu il Presidente e Signor Presidente. E’ suo diritto farsi chiamare come vuole, come Sam/Loretta di Brian di Nazareth. La Crusca spiega che i “lessemi che designano ruoli di prestigio e cariche istituzionali” a volte vengono usati “al femminile come una sorta di hate gender". Può accadere ora il contrario? Le reazioni indicherebbero di sì. Molte, tutte uguali, tutte piattamente banali ma con molto hate: “Polemiche chiuse, è Giorgio Meloni”. Michela Murgia, supponendosi arguta, prova ironizzare sul “meraviglioso cortocircuito” di “He/Him”. Proprio non capiscono che Giorgia li sta bellamente trollando. Lei che qualche libro importante l’ha letto (Tolkien, mica le mezze calzette) sa benissimo che potrebbe farsi chiamare la, nulla cambierebbe. Ma quanto è più bello farl* incazzare, perculandol* sul loro terreno? E’ il contrappasso del linguaggio. Se è il mondo è genderfluid e ognuno può attribuirsi il genere che vuole, perché lei no? Quando andrà nei bagni dei maschi, sarà uno spasso. 

  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"