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contro mastro ciliegia

C'è galera e galera, caro ministro della Giustizia

Maurizio Crippa

Molta irritazione pop per un detenuto scarcerato perchè (si fingeva?) malato. Nessun interesse, nemmeno nei media, per il detenuto numero 68 del 2022 che si è impiccato nel carcere di Oristano. Quando avranno finito di bisticciare, i politici farebbero bene a soppesare queste due notiziole, prima di scegliere il prossimo Guardasigilli 

Ha fatto più titoli e indignazione piccoloborghese, come si diceva quando i piccoloborghesi erano tali e non possessori di account, la cronachetta di un detenuto di Genova che era stato scarcerato perché ipovedente e in sedia a rotelle (hai visto mai che i medici in carcere ci vanno?). Solo che è stato beccato da un agente penitenziario che lo conosceva, in un ristorante di Livorno, mentre leggeva il menù ben sorretto dalle sue gambe. (O la sfiga ci vede benissimo, oppure è un locale assai attrattivo). Lo ha segnalato al tribunale di Sorveglianza. Grande scandalo, eh, un carcerato che prova a fare il furbo. Ha fatto invece molto meno titolo la notizia che un detenuto nel carcere di Oristano si sia impiccato: sarà che uccidersi in galera è considerata cosa normale, altro che agognare la trattoria. Eppure, è il suicidio numero 68 accaduto quest’anno, “un ennesimo tragico monito alle istituzioni”, come ha detto Maria Grazia Caligaris dell’associazione Socialismo diritti riforme. Quando avrete finito con i bisticci, e si tratterà di scegliere un ministro di Giustizia, ricordatevi di soppesare, almeno voi, le due notiziole. E scegliete un ministro di vera giustizia.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"