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contro mastro ciliegia

Ma sono già scappati?

Maurizio Crippa

Intellò, vip e aspiranti tali si annunciano pronti al sacrificio dell'esilio ogni volta che vince un partito che non è il loro. Ma poi restano tutti qui, come Umberto Eco, caposcuola della fuga in poltrona, che visse felice e contento a due passi dal Cav.

Sarà che gli intellò italiani a Chiasso non ci sono mai stati; sarà, putacaso, che Zurigo o Londra son troppo di destra. Sta di fatto che ogni volta che vince un governo che non gli piace, vip e wannabe vari si annunciano pronti all’esilio e lanciano allarmi come sulla zattera della Medusa. E sul preclaro esempio di Eco, che fu il primo a dirsi pronto al gran passo in direzione pendolo di Foucault, ma poi mai si spostò da Milano e visse felice a due passi dal Cav., ora c’è Scurati che ha scelto la stampa francese per denunciare il ritorno di M. E per un Saviano che è in periferia esistenziale da una vita, ma fa sapere che non se ne andrà, anche se “stanno già stilando una prima lista nera”, c’è sempre qualcuno pronto a un dorato esilio di parole. Tipo la Pascale. Disse: “Se dovessero vincere: sogni, speranze e bagagli pronti”; ma dovendo prima chiudere tutte le finestre che il fascistissimo ex le ha lasciato, ancora non ha fatto in tempo. C’è Renato Zero  che già sente il “regime” perché non gli hanno lasciato tutto l’albergo, e Damiano, “today is a sad day for my country”, che forse si prepara a tornare nei mondi felici, lasciando qui la porella Francesca Michielin a fare “resistenza”. Passeranno due giorni, due mesi, due anni, e alla fine saranno ancora tutti qui, a godersi sto regime di M.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"