Ansa

contro mastro ciliegia

Carlo e gli abdicazionisti populisti

Maurizio Crippa

Va di moda una discreta scemenza, a sinistra: Carlo dovrebbe dimettersi subito a favore del figlio. Perché? E in base a cosa William sarebbe migliore? L'idea sbagliata da uno vale uno

Non so chi sia Yoda, chi si celi dietro l’account de plume @PoliticaPerJedi. Lo seguo perché spesso ha idee intelligenti, ma non sempre. Ieri ad esempio ha scritto: “Che messaggio potente di fiducia nelle nuove generazioni sarebbe stata l’abdicazione di Carlo a favore del figlio William”. Che è un discreto non senso: le nuove generazioni hanno bisogno dell’abdicazione di un re, per farsi coraggio? Un’idea che, non lo so, mi pare collochi @PoliticaPerJedi a sinistra: se non altro perché questa stupidaggine – Carlo che farebbe meglio ad abdicare subito (perché è vecchio? Perché è maschio? Perché gli piacciono le piante?) – è stata detta da tanti a sinistra. Sinistra tendenza populista. Perché l’idea che un re debba abdicare per fare largo ai “ggiovani” o per espiare la colpa di rappresentare un’istituzione è una scemenza da uno vale uno. L’abdicazione invece è una scelta sovrana, e grave, perché è una ferita all’autorità di una istituzione. In cambio di? Scrive Yoda che “sarebbe un gesto inusitato che proprio in quanto tale ridà smalto a un'istituzione decrepita”. A parte che forse decrepita è la nostra repubblica, le istituzioni sono molto meglio delle persone e persinio delle loro idee ed età. Altrimenti il re potrebbe farlo persino Dibba: è giovane anche lui, no? 

Di più su questi argomenti:
  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"