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contro mastro ciliegia

Lo struggente addio di Giorgino al Tg1 delle 20

Maurizio Crippa

Il conduttore non presenterà più l'edizione serale del telegiornale. Si dice perché ha rifiutato di condurre la rassegna stampa delle 6,30. E ne avrebbe tutte le ragioni: in una Rai che ha giornalisti a strafottere, costringere una star a un'alzataccia è la cosa più assura che si possa pensare

L’immagine struggente del giorno, per quanto assurda appaia e davvero sia, è dunque quella di Francesco Giorgino che alla fine del Tg1 saluta col ciuffo reclinato, lo sguardo intristito, salutando piano con la mano come un Gesù dopo l’Ultima cena, in un cromatismo da Gherardo delle Notti: “E’ giunta l’ora…”. Momenti di commozione, di tivù umanità. Ma non vogliamo nemmeno un minuto credere alle chiacchiere, al gossip feroce del tardo impero di Saxa Rubra, secondo cui l’addio di Giorgino – per giunta in trio con Emma D’Aquino e Laura Chimenti – sarebbe dovuto a una tracotante punizione della direttora Monica Maggioni. Furiosa, addirittura, perché le tre star del serale avrebbero rifiutato di sbomballarsi a turno la rassegna stampa delle 6,30. Non possiamo pensare che una vera regina della Rai si sia incaponita come una Medea su una tale insulsa idea, fino al truce delitto d’immagine. In un’azienda che ha migliaia di giornalisti che mai vedono il video, che senso ha infliggere la corvée della rassegna all’alba a uno come Giorgino, manco fosse a Radio radicale? Fanno benissimo a rifiutarsi. Sarebbe come avere a disposizione una rediviva Carrà e chiederle di presentare il Meteo all’edizione del mattino. Risponderebbe, da par suo: alle 6,30 comincia tu! 

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"