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contro mastro ciliegia

Viva Liliana Segre e Chiara Ferragni al Binario 21

Maurizio Crippa

Invitare un'influencer da milioni di follower può aiutare a far conoscere il Memoriale della Shoah, attirando soprattutto i giovani. Sarebbe meglio tenere la storia chiusa nei tombini?

Quando Eike Schmidt per tirar fuori di pandemia gli Uffizi invitò Chiara Ferragni a farsi due selfie, i soliti indignados, maggioranza funesta nel paese, gridarono come se avessero stuprato la Venere di Botticelli. Un anno dopo, gli Uffizi confermarono che “per i visitatori sotto i 25 anni si è registrata una crescita stabile, in particolare per la fascia 19-25”, grazie proprio al traino della influencer da 20 milioni di follower.

 

Ora la senatrice a vita Liliana Segre, così tanto più giovane dei malmostosi custodi di sacre memorie da tenere rigorosamente chiuse nei tombini, ha buttato lì una bella idea: “Ho visto che Chiara Ferragni con suo marito si impegna sul sociale, mi piacerebbe conoscerla”. E l’ha invitata al Memoriale della Shoah di Milano, il Binario 21, che purtroppo non è noto e frequentato come sarebbe doveroso: “Il suo esempio potrebbe portare qui tanti ragazzi”.

 

Felici dell’invito i Ferragez, e a dimostrare che l’idea è giusta basterebbero certi commenti sui social: “La signora mi fa pena”, detto da un account No vax e filo Putin. Ma anche i sinistri duri e puri: “Non credo che andrà, non è una cosa sexy da postare su Instagram”. Viva Chiara Ferragni, viva Liliana Segre e la libertà di osare.

  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"