Contro mastro ciliegia

Il brocardo portasfiga di Davigo

Maurizio Crippa

Robert Durts dimostra che, per una volta, ha ragione il dottor Davigo: non esistono innocenti, ma solo colpevoli che non si sono ancora traditi da soli

Migliaia di errori giudiziari, centinaia di colpevoli che non lo erano. Ma poiché le vie giudiziarie sono infinite, sebbene non sempre benedette da Dio, capita anche un caso – l’unico forse – in grado di dare ragione al Brocardo Numero Uno del dottore Davigo. E il caso è così grottesco, e romanzesco, che vale la pena riportarlo. Robert Durst era un milionario di New York, trent’anni fa finì sospettato per l’omicidio (con sparizione) della moglie, ma l’inchiesta non condusse a nulla. Vent’anni dopo fu assassinata una sua amica, ancora lo sospettarono, ma niente. Lo processarono solo un anno dopo, quando a finire ammazzato fu un vicino di casa dell’amica. Ma se la cavò. Tanto era affascinante la storia e luciferino il personaggio, che nel 2015 accettò di partecipare a una docu-serie Hbo che raccontava i suoi casi giudiziari. E l’aveva fatta franca anche lì, non fosse per un fuori onda in cui si fece sfuggire una frase: “What the hell did I do? Kill them all, of course”. Bastò a farlo rinchiudere in un carcere della California, giusto per dimostrare che il brocardo di Davigo una volta su un milione ce la fa: non esistono innocenti, ma colpevoli che ancora non sono stati scovati. O meglio, che ancora non si sono traditi da soli: del resto la serie tv si intitolava The Jinx, la sfiga, il portasfiga. 

Di più su questi argomenti:
  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"