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Peggio di Mannelli c'è solo la critica caprina di Telese

Maurizio Crippa

Per il giornalista il vignettista "è un artista visuale che parte dai corpi, dall’iperrealismo, dal grottesco". E lo paragona a Caravaggio. Corbellerie

Che Mannelli sia un vecchio pornografo di non indiscutibile talento non si scopre ieri, e che certe odiografie misogine le possa pubblicare solo sulla gazzetta delle espettorazioni di Travaglio, non ha bisogno di commenti. Può pure affermare, come ha fatto in passato, che il suo modo di disegnare le donne sia un parteggiare per loro, dovrebbe però baciare per terra dove passano gli affossatori della legge Zan.

In ogni caso, può disegnare così le sue amiche. Ma se uno quel tratto oscenizzante lo usa per gli avversari politici, anni fa la Boschi e oggi la Leopolda in sé (traduzione: è un lupanare di troie) invece è semplicemente hate speech. Ma parlare di lui è persino noioso, fa molto più ridere parlare di Luca Telese, e dei suoi commenti da bar. Con la cultura critica di una capra (citazione sgarbiana) mai entrata in un museo, ha scritto: “Mannelli è un artista visuale che parte dai corpi, dall’iperrealismo, dal grottesco. Sarebbe come dire che Caravaggio, quando metteva le prostitute al posto delle madonne era sessista”. Una corbelleria, e molti gli hanno fatto notare che Caravaggio non ritraeva le prostitute per additarle come tali, casomai il contrario. Ma niente, è andato avanti tutto il giorno a sparare idiozie critiche sempre peggiori. E’ caduto così in basso, che forse lo tirerà fuori Tomaso Montanari.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"