contro mastro ciliegia

Berlinguer in Transatlantico

Maurizio Crippa

Ha riaperto il "corridoio dei passi perduti". Dove politici più o meno di talento di tre Repubbliche hanno dimostrato, spesso con gran godimento, che la politica è “sangue e merda". Eppure, l'unico a meritarsi l'appellativo secco di "magnifico" è il segretario del Pci. Perché? In fondo era noioso come un monaco

Riapriva lunedì, giorno di vacanza come il giovedì delle cameriere, e dunque vuoto, il Transatlantico. Dopo 17 mesi di Covid. Quale migliore occasione – il vuoto, i “passi perduti” – per rinnovare il ricordo “di memorabili e altissime battaglie politiche, di intrighi sublimi e volgari intrallazzi”?

 

Lo hanno fatto in molti, tra i più godibili Fabrizio Roncone del Corriere, a spasso tra “fantasmi in dissolvenza”. Ci sono tutti. Craxi per forza “burbero”, Martelli “giovane, bello, rampante, brillante” (si sente lo sfottò). Bossi che non controlla i congiuntivi, Pannella con Cicciolina, icona un po’ frusta.

     

Poi, d’un tratto, c’è “Enrico Berlinguer. Meraviglioso”. Basta la parola. E questo involontario, inconsapevole incespicare sul Mito è davvero godibile.

 

“Meraviglioso”. Perché? In quella canea eterna che è il Transatlantico, Berlinguer è transitato come un monaco, la nemesi stessa del Gran Salone. Diciamolo pure: noioso. Eppure, “meraviglioso” è la parola che rivela un pregiudizio incrostato come una tubatura vecchia. Serve a dire che gli altri sono sangue e merda, se va bene. Berlinguer, che Scalfari nei suoi ricordi diede per morto prima di Moro, ma nessuno lo corresse: tanto è un mito. Meraviglioso.

  

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"