contro mastro ciliegia

Scudetto e Via della seta

Maurizio Crippa

La "fiesta mobile" nerazzurra durerà un mese, così ha assicurato Antonio Conte, il Conducador degli eroi che fecero l'impresa. Ma i tifosi sono golosi come bambini, e già si chiedono; e l'anno prossimo cosa vinciamo? Ma a questa domanda Steven Zhang ha risposto sibillino, parlando di "stakeholder" e di "energia positiva". Che voleva dire?

Se Sigfrido Ranucci avesse fiuto per le notizie almeno quanto un cronista sportivo, non starebbe ad ammorbare gli italiani con Marco Mancini. L’unico Mancini che interessa agli italiani si chiama Roberto. Avesse fiuto da cronista sportivo, il Ranucci, avrebbe messo su una puntatona sul vero mistero che interessa tutti, non solo gli assembratissimi nerazzurri: che cosa ha voluto dire, domenica, Steven Zhang? Cosa si cela dietro al sorriso molto social del fresco vincitore del campionato italiano? Il quale non è solo il più giovane presidente ad aver mai vinto lo scudo, 29 anni; non solo è il primo proprietario straniero di una squadra italiana a riuscirci. E’ che è proprio un proprietario cinese, della Cina di Xi Jinping: il Dragone che  fa tutti tremar.

Steven Zhang, cioè nell’ordine: il rampollo di una dinastia che solo tre mesi fa sembrava sul lastrico; che ora è per una fetta proprietà dello stato cinese; che solo due settimane fa era pronto a saltare il fosso in compagnia degli altri  (“Well done, Steven”, gli ha scritto il rampollo rivale, l’Andrea di Torino) per giocare alla lotteria della Superlega; che due giorni dopo era sgattaiolato via dalla Superlega, senza manco salutare l’amico Andrea; che domenica era sul terrazzo dell’Inter a Porta Nuova sventolava il bandierone; che non si sa se tra un mese sarà ancora il padrone dell’Inter, e nemmeno l’Inter che destino avrà.

 

Di questo dovrebbe occuparsi, un segugio come Ranucci. Tanto la fiesta mobile coi colori della notte andrà avanti un mese intero, parola di Antonio Conte, il Conducator. La cosa da strologare sono le parole pronunciate da Little Steven nella sala dei trofei: “Grazie prima di tutto ai tifosi, a tutti gli stakeholder, a chi lavora con noi e ovviamente al nostro coach Antonio Conte e ai giocatori”, ha esordito. Insomma prima la clientela e gli sponsor, poi la squadra. Questo sì che è puro capitalismo sulla Via della seta. Ma a noi, quale futuro prometti a noi tifosi? Ce la compri la seconda stella? Potremo sognarla la coppa che invece quelli là non la vincono mai? I tifosi, sono come i bambini: e domani cosa vinciamo? Invece lui, sibillino, ha detto strane parole: “Credo che il futuro dell’Inter, il progetto, il mondo dell’Inter è sempre lo stesso da cento anni e sarà sempre così, il nostro obiettivo è diffondere energia positiva, speranza, inclusività, idee innovative alle persone che la circondano. Non importa se siete fan dell’Inter, appassionati di calcio o se non siete grandi fan dello sport, tutto quello che noi facciamo, i nostri messaggi e i nostri progetti avranno questi valori”.  Energia positiva, speranza, inclusività: ma va’ là! Vogliamo sapere se compri Mbappé, o almeno se non vendi Lukaku. Invece lui parla di valori. Sapete perché? Perché è un giovane presidente adatto ai tempi nuovi. Il calcio, se vuole continuare, deve essere un veicolo di buoni sentimenti che trasportano i buoni affari. E che cosa mai può fare, una proprietario cinese, in Europa, se vuol fare buoni affari, se non diffondere buoni sentimenti e simpatia? Godiamoci la fiesta, il resto si vedrà.

Di più su questi argomenti:
  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"