contro mastro ciliegia

Zaki e la credibilità italiana

Maurizio Crippa

La cittadinanza al ricercatore ingiustamente detenuto in Egitto è sacrosanta. Ma deve essere un impegno perché la voce dell'Italia nel Mediterraneo sia credibile e ascoltata. Ne va della sua vita, ma anche della democrazia nel Mediterraneo. Le parole di Liliana Segre

C’è qualcosa nella storia di Patrick Zaki che prende in modo particolare, ed è ricordare quando un innocente è in prigione”. Ci sono fortunatamente giornate in cui basta la presenza in Senato di Liliana Segre per far recuperare all’Italia un po’ di quella credibilità che sul fronte internazionale troppe volte è offuscata. E un po’ di autorevolezza, quando bastano le parole chiare: “La sua detenzione senza processo è una violazione clamorosa dei diritti umani e civili”. Ieri è stata approvata la mozione che chiede al governo di conferire la cittadinanza italiana a Zaki. In ritardo di un anno, visto che è rinchiuso in condizioni incivili, in una galera del generale-presidente al Sisi da 432 giorni. Fratelli d’Italia si è astenuto, occasione persa. Prendere posizione per Zaki è un atto dovuto, e lo è anche nei confronti della nostra democrazia e del nostro ruolo nel Mediterraneo. Occorre che alle parole seguano gli atti, con tutto il realismo e la diplomazia necessari. Di fronte alle proteste italiane per Giulio Regeni l’Egitto ha fatto spallucce: la voce italiana non è giunta al Cairo, non è apparsa credibile. Non è solo questione di pronunciare la “D-word” di Draghi, occorre che segua una pressione coerente. Ne va di Zaki, l’Egitto deve sapere che non deve fare la fine di altri oppositori. Ne va dell’Italia.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"