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Non trattate Pirlo come Letta

Certo lui è stato sconsiderato, ma è stato uno dei più grandi in campo e ora è l'icona di un'Italia giovane che ci prova, e non va buttato con l'acqua sporca: ecco la cosa davvero difficile da fare, in questo paese per vecchi

Temo che molti lettori di differente fede mi additeranno a Maralaldo, ancor prima di leggere. Ma non è vero. Ho già ghignato il ghignabile in privato, con gli amici correligionari,  ça suffit. Quel che qui si vuol dire è che se c’è qualcosa da salvare del naufragio portoghese (a salvare la stagione ci penseranno loro, e ahimè lo possono fare) è Andrea Pirlo. Che è stato forse sconsiderato ad accettare l’incarico senza pensarci nemmeno 48 ore, come un Enrico Letta. Per una mission, quella sì, sconsiderata. Ma è stato, del nostro calcio, uno dei più grandi e una gran persona. Ed è un’icona, un italiano di giovane generazione, cui non va buttata la croce addosso per poi buttarlo con l’acqua sporca. Sarebbe un reato per la storia che ha, e per quella che potrebbe scrivere. A giudicarlo un brocco della panchina, si aspetti un po’. Nella sua squadra ha giovani straordinari a partire da Federico Chiesa (che ha pure “una faccia da Juve”, mannaggia) o Matthijs de Ligt, the young adult, e potrà costruire: ecco l’idea difficile da accettare con generosità, in questo paese per vecchi. Certo, non avrebbero dovuto accollargli anche tutta l’argenteria da lustrare, che è un po’ quello che chiedono ora a Letta: fare nuovo il partito ma tenendo la fuffa. Ma Letta ha chiesto due giorni, Pirlo merita un po' più di tempo.