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contro mastro ciliegia

I nostri centomila morti

Maurizio Crippa

Lo scopritore del vaccino per la polio disse "non si può brevettare il sole". Nel giorno in cui la "soglia psicologica" di una tragedia enorme, dobbiamo pensare al dolore e alla possibilità di rinascere

Si può forse brevettare il sole?”, rimarrà nella storia come una delle frasi più belle che un medico abbia mai detto. La disse Jonas Salk, lo scopritore del vaccino per la poliomielite, quando gli chiesero perché non lo brevettasse. Disse “sole”, perché pensava ai bambini, che erano i più colpiti dalla malattia. E oggi che le varianti inglesi di un virus che prima ha mietuto vittime tra i più anziani sono arrivate a colpire loro quella frase mette ancora di più i brividi. Oggi che le persone scrivono sui social “mia madre di 87 anni oggi si è vaccinata!”, come per dare speranza a tutti. Ma ieri è stato, per l’Italia, anche il giorno in cui le persone uccise dal Covid-19  sono diventate centomila. Centomila. La nuova “soglia psicologica”, come si scrive. Lo si era detto anche a mille, a diecimila. Però centomila morti ha un altro significato, dolore. Non può non costringere tutti a prendere coscienza che questa cosa che il mondo sta attraversando non è una semplice epidemia, è una tragedia che ha colpito tutti noi come non avveniva dalla Seconda guerra mondiale. E mentre smettiamo per un giorno di parlare, e persino di litigare tra italiani e tra i governi e le industrie farmaceutiche impegnate nella battaglia, possiamo solo ricordarci che da quella guerra, l’ultima a chiamarsi mondiale, siamo rinati.

  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"