contro mastro ciliegia

Mamma, ho riperso la brocca

Maurizio Crippa

In un appello Macaulay Culkin chiede di rimuovere il cameo con Donald Trump nel sequel Mamma, ho riperso l’aereo. La cosa è un po’ eccessiva, non lo farebbe manco Nancy Pelosi, neppure nell’éra della cancel culture

Ieri sera ripassava in tv, con ipnotico effetto déjà-vu, peggio di una crisi di governo parlamentarizzata, Mamma, ho perso l’aereo (il primo, quello senza Trump). Niente di strano: in tv di alternativa c’è solo Renzi, e poi la Disney sta lavorando a un reboot.

 

Per l’occasione, giornali e siti hanno ricicciato la storia triste di Macaulay Culkin, che aveva nove anni, e di come il mitico Joe Pesci lo trattasse male sul set. Anzi peggio che male, lo umiliava peggio di Cacciari con Conte per farlo apparire sullo schermo davvero impaurito. Per corroborare, tempo fa l’ex piccolo divo aveva pure raccontato che Joe Pesci gli aveva morso un dito. Poi a Macaulay Culkin ne sono capitate peggio che a Bertoldo, come si sa, ma francamente non si riesce a immaginare che sia colpa di Joe Pesci e del suo magnifico metodo educativo da bravo picciotto mediterraneo, una specie di metodo Muccioli applicato sul set.

 

Ora Macaulay Culkin sta bene, o almeno pare. Perché da qualche giorno gira un suo appello in cui chiede di rimuovere il cameo con Donald Trump nel sequel Mamma, ho riperso l’aereo. E decisamente la cosa è un po’ eccessiva, non lo farebbe manco Nancy Pelosi, neppure nell’éra della cancel culture. Come dire: l’ex bambino bullizzato (pure da Trump?) forse ha perso il treno: per essere un attivista woke s’è svegliato tardi.

 

Comunque, dall’impeachment non si sa, ma dal taglio di montaggio The Donald uscirebbe facilmente. Gli basterebbe assumere l’addetto ai media di Giuseppi e fargli dire: “Non era Trump, siamo stati hackerati”.

   

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"