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Contro Mastro Ciliegia

Lo scomfort food di Galli della Loggia

Maurizio Crippa

Il professore del Corriere ci alimenta con riflessioni che conosciamo già, e si chiede: "Da dove nascono il clima di sospetto paranoico, la rabbia aggressiva, la sfiducia sprezzante verso la democrazia”? Noi non lo sappiamo, ma una domanda la faremmo a lui: allora perché c*** ha votato Cinque stelle?

Leggere Ernesto Galli della Loggia è sempre un conforto, anzi un “comfort food” come dicono quelli di “MasterChef”. Ci si nutre alla sua eloquente sapienza, ma senza sforzo e nemmeno stress: mette nel piatto con cura e impanatura tutte le cose che sappiamo già, pure noi, da quel dì, che ci ripetiamo nei momenti di sconforto vuoi per lenire le pene, vuoi per aumentare il deliquio dello stordimento. S’è preso il suo tempo, e ieri sul Corriere ha meditato sui fattacci del 6 gennaio a Capitol Hill interrogandosi se possano accadere in futuro anche da noi (forse gli era sfuggita, in passato, la questione dell’apriscatole) e ha posto grandi temi: “Si sente sempre più spesso salire dal fondo delle nostre società un rabbioso sentimento di anomia e di non appartenenza… aleggia da molte parti un clima di diffidenza preconcetta e aggressiva vero chiunque o qualunque cosa abbia a che fare con l’ordine costituito”. Ci conforta che se ne sia accorto anche lui. Dà la colpa un po’ a casaccio a tutto, dall’eclissi dei valori e ai social, al rapporto tra i sessi alla pornografia, all’aborto e persino al disprezzo del passato. E non è chi non veda che sono tutti problemi di lunga durata. Poi domanda, come uno chef sadico da reality: “Da dove nasce tutto questo? Da dove nascono il senso di anomia, il clima di sospetto paranoico, la rabbia aggressiva, la sfiducia sprezzante verso la democrazia”? E noi, ovviamente, non sapremmo rispondere. Però una domanda, sconfortante stavolta, ci verrebbe da fargliela: ma perché cazzo ha votato Cinque stelle, allora? 

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"