Lapresse

CONTRO MASTRO CILIEGIA

Sul "permesso" ha ragione Di Maio

Maurizio Crippa

La vacua gnanera fighettina dei martiri da divano, e persino di certi addottorati, su una parola per una volta usata bene e a ragion veduta. E' chi governa o amministra che decide ciò che è permesso e ciò che è vietato

La notizia degna di nota sarebbe stata in verità un’altra: Gigi Di Maio per una volta ne ha detta una giusta, e persino usando bene la lingua italiana, quella d’uso e quella leguleio-burocratica. Parlando via Twitter  aveva detto: “A Natale e a Capodanno permettiamo ai cittadini di spostarsi tra i piccoli comuni”. Subito s’è scatenata la protesta dei Signorini Sopracciò, tra cui perfino persone addottorate, offese nell’intimo del sentire democratico da quel  “permettere”. Tutti a dire, con la fantasia di una pera: Di Maio mi ha permesso, ma come si permette?  Sono piovuti i meme, di quelli senza arguzia e fantasia: “Concediamo ai Nostri sudditi di spostarsi”.

 

C’è cascato come una mosca sul miele pure @CarloCalenda, che pure dovrebbe avere di meglio da fare: “Ci ‘permettete’? Scritta così? Graziosa concessione? Ma chi sei Il Re bibita”. Peccato per i feriti nell’orgoglio che “permesso” quando significa il contrario di “divieto” è esattamente la parola anche regolamentativa corretta: è "permessa la balneazione” significa che si può fare il bagno, non è vietato. E il potere di permettere e vietare è di chi governa o amministra. E se il governo dice che spostarsi sarà permesso, ha detto  bene e fatto il suo. Il resto è martirio da divano, è non sapere l’italiano né la legge. Il resto è gnagnera.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"