(foto LaPresse)

Contro Mastro Ciliegia

Che noia uomini vs. donne. Si inviti in base al QI. Punto

Maurizio Crippa

Basta con questa divisione del mondo per generi sessuali: si facciano partecipare ai festival solo le persone intelligenti

 

L’unica cosa in grado di annoiare peggio di un festival della bellezza è dover essere testimoni oculari di un dibattito tra furibonde attiviste anti “manels” (le denunciatrici, di solito donne ma possono essere anche masculi come il ministro Provenzano) che non vogliono eventi con soli uomini, e attempati intellettuali persino seri (Serra, Baricco) costretti dallo Zeigeist mefitico dei tempi a prenderle sul serio, queste idiozie, e dover pure rispondere. Basterebbe invece piantarla con questa ammorbante e ormai già frusta divisione del mondo per generi sessuali – e transessuali di ogni tipo si voglia – e incominciare a dividerlo, e ad assegnare i posti e il diritto di partecipazione, in base a un più oggettivo e calcolabile criterio di valore: né donne, né bianchi, né neri, né svantaggiati o né quote rosa: si invitino ai festival, o a scrivere sui giornali, o persino in tv, solo le persone intelligenti (si crei una app Immuni del QI, sarà più facile che gestire le nuove regole degli Oscar), che abbiano cose da dire e curriculum certificato per farlo. E qui non si può barare. Perché la vita è un tragicomico palcoscenico su cui ognuno sceglie la sua parte in commedia, cerca di farci la sua carriera e su quella soltanto può vantar diritto. Il resto è fuffa. A Brad Pitt nessuno, a parte qualche sciamannato, ha mai chiesto di essere pure intelligente, Depardieu è anche un ottimo chef, ma passerà alla storia per i suoi film. Moana Pozzi, che tutti celebrano per il genio che fu, era senz’altro una donna intelligente, ma non passerà alla storia per i suoi saggi di ermeneutica. Ognuno si attenga alla sua parte, uomo o donna che sia. E Michela Murgia a non essere invitata in eterno. Neppure in pizzeria.

 

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"