Che fare dei tuoi mezzi di trasporto se sei un po' pirla

La scommessa di Balotelli a Mergellina e i gommoni di De Magistris

Maurizio Crippa

I giapponesi, con rispetto parlando, sono talvolta un tantino bizzarri. Tanto. Due società di car sharing avevano il sospetto che gli utenti affittassero le loro auto, ma poi non si spostassero di un metro dal parcheggio (no, non le usavano come rifugi dell’amore: non siamo in Italia e quelli sono a tendenza erbivora). Così hanno fatto un sondaggio conoscitivo, e hanno scoperto che molti salgono a bordo solo per farsi una pennica, o perché costa meno che stare in un internet café. Che bel paese libero: ognuno coi suoi mezzi di trasporto ci fa quel che vuole. Purtroppo siamo in Italia, non in Giappone. E se un italiano un tantino bizzarro come Balotelli, per ingannare il caldo, fa una scommessa con un suo amico napoletano, duemila euri per buttarsi dal molo di Mergellina con un motorino catorcio, e quello lo fa, non sono più fatti loro, diventa una questione di polizia: sono finiti denunciati. Per abbandono di rifiuti pericolosi (e fin qui, okay) e anche per “getto pericoloso di cose” (e qui fa ridere) ma addirittura per “gioco d’azzardo”. Ma che, è proibito? E allora a quegli scemi che giocano coi minibot che devono dargli, l’ergastolo? Comunque sia, sempre a Napoli e sempre per il principio che ognuno dei suoi mezzi fa quel che vuole: c’è Giggino ’o Sindaco che sta “costruendo una piccola flotta, velieri, gommoni, barche”. Ma non per andare a salvare i migranti, che avrebbe un senso. No, lo scopo di De Magistris è un altro: “Voglio vedere se si fa un maxiprocesso, a Napoli abbiamo anche l’aula bunker”. E dei mezzi di trasporto, ognuno faccia quel che vuole. Ma il cervello all’ammasso, boh.

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  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"