Sapienza al Tg1, o no!

Maurizio Crippa

Il telegiornalone dedica un servizio all'università romana che ha vinto la classifica degli studi classici. E lo presenta con questo tono: nell’èra digitale fortuna che noi italiani siamo ancora forti sulla poesia e le antichità

Prendete un Tg1 che si sveglia dal letargo con un’inedita fregola sovranista, prendete un’università che si sveglia sul tetto del mondo degli studi umanistici, mejo di Oxford. Shakerate bene, e viene fuori qualcosa di buffo, o peggio di significativo. E’ vero, come diceva un vecchio fogliante che celiava di aver “fatto il Nautico a Camogli”, che il mondo si divide tra chi ha fatto il Classico e chi no. Ma fino a un certo punto, dopo fa ridere. Il telegiornalone ha dedicato alla Sapienza che ha vinto la classifica degli studi classici un servizione. L’umanesimo è importante, certo. Però lo presenta con questo tono: nell’èra digitale e in un mondo globalista in cui dominano la scienza e l’Internet (signora mia) e ci mangiano tutti la pappa in testa, fortuna che noi italiani siamo ancora forti sulla poesia e le antichità. Intervistano gli studenti, che invece di dire perché amano i classici, rispondono tipo: “Io sono un po’ contro”, inteso il digitale, a me la tecnologia e il web non piacciono. Come se la scienza impedisse di studiare Vitruvio, il primo tecnologico della storia. Intervistano prof e scrittori intellò (eppure hanno studiato, Gesummio) e dicono che in questa Europa burocratizzata e dominata dai tecnocrati essere italiani e passatisti e attaccati alle arti del Trivio è la nostra mission. E pensate quando ci daranno il premio in antivaccinismo: tiggì champagne! (Anzi no: prosecchino).

Di più su questi argomenti:
  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"