Cerno La Qualunque, il senatore senza un perché

Maurizio Crippa

È lui l’uomo-sintesi del nulla cosmicomico. Risposta alla grande domanda: “Cosa si è candidato a fare?”

Dall’altra sera mi chiedo se ci sia qualcosa di più assurdo di Gigino Di Maio; da anni mi chiedo se ci sia qualcosa di più evanescente del Pd; da mesi mi chiedo se ci sia qualcuno più irrimediabilmente ondivago di Calenda. E per ingannare la noia, tra una gaffe di Toninelli e una di Foa, mi domando: chissà se esiste qualcuno che tenga insieme, in una sola persona, tutto questo vuoto pneumatico. Ieri, come un’epifania, ho avuto la risposta. A pagina 8 del Fatto. È Tommaso Cerno. Lo intervista Tommaso Rodano, ed è bravo: leggi le sue domande e intuisci la sua faccia attonita, mentre le fa. “Difficile spiegarsi come Tommaso Cerno abbia rinunciato a una posizione apicale nel giornalismo per accomodarsi nelle retrovie di palazzo Madama”. Dopo un po’ di risposte, esausto, pone la questione cruciale: “Cosa si è candidato a fare?”. Appunto. Dalle risposte del sentore del Pd ed ex condirettore di Repubblica si evince che: sui vitalizi, si sente più grillino di Barbara Lezzi. Sul Pd, pensa che “ha perso il contatto con la realtà”. Sui candidati segretari, “non rappresentano una novità”. Sulle primarie, non voterà. Su Renzi, “non riesce più a fare ragionamenti di ampio respiro”. Al Senato, si annoia. Al referendum non votò sì, ma neanche no. Insomma, è lui l’uomo-sintesi del nulla cosmicomico. Cosa si è candidato a fare? Bene, ho trovato anche questa risposta: siccome aveva capito come sarebbe andata tra i giornali e Di Maio, è sceso in politica per salvare Repubblica.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"