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Balduina e la Grande Voragine della Grande Bellezza

Maurizio Crippa

Siccome una città è anche un’immagine, e una capitale è una metafora del paese che le gira intorno, la voragine che si è aperta alla Balduina è qualcosa che bisogna fermarsi a guardarla

Siccome giovedì è il giorno di GranMilano e di RomaCapoccia (e poi vedrete che manco a Torino sono messi proprio bene) sono vietati in campanilismi. E poi, se proprio vogliamo, per par condicio a Milano è andato a fuoco un palazzone di periferia, e di questi tempi qui al nord di tragedie e mezze tragedie ne abbiamo anche troppe. Però, però. Siccome una città è anche un’immagine, e una capitale è una metafora del paese che le gira intorno, la voragine che si è aperta alla Balduina è qualcosa che bisogna fermarsi a guardarla. E pensarci su.

 

 

Le immagini le avete viste. “Roma precipita nel vuoto”, è stato il titolo obbligato di ogni sito. Anche di quelli che non scrivono in politichese e non strizzano l’occhio alla mala gestione della giunta Raggi. Ma, citiamo paro paro da un’agenzia, le parole di uno del Pd: “La voragine che si è aperta alla Balduina è l’immagine di una città che sprofonda nel nulla, sotto il peso di una classe dirigente completamente inadeguata”. Un amico (dalla Capitale), manda un sms: “Non c’è manutenzione, controllo, nulla. E’ una città allo sbando, cascano alberi, le metro sono ferme, piove e si allaga. Oggi c’è andata bene che non ha nevicato che manco il piano anti neve c’avevamo”. E pensare che proprio ieri, dalle colonne del Corriere della Sera, Antonio Polito ammoniva come un Cincinnato svegliatosi con le palle girate sul degrado irreparabile di Piazza Vittorio, che è scappato pure Sorrentino, quello della Grande Bellezza. E speriamo che non nevichi va’, e puntiamo sul 4 marzo.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"