Pietro Grasso e Fabio Fazio (foto LaPresse)

Lando Fiorini, più vivo delle foglioline di Grasso

Maurizio Crippa

Dopo Grasso ospite da Fazio ecco irrompere il cazzutissimo Michele Anzaldi, che non si perde uno zero virgola di share, col pallottoliere

Aiutatemi a capire. Il ponte di Sant’Ambrogio è stato lungo, molto freddo e pieno di zero a zero, può darsi che mi sia perso cose essenziali. Tipo il varo di Liberi e Uguali, con tanto di “foglioline” (una volta c’era la quercia del Pds, poi c’è stato l’Ulivo, ora tre foglioline: forse la notizia politica è tutta qui) e contestuale presentazione da Fabio Fazio. Noi qui al Foglio a Pietro Grasso non gli vogliamo tanto bene, fosse anche per partito preso. Ma, appunto, aiutatemi a capire. Se a “Che tempo che fa” ci va Berlusconi, capo partito, va tutto bene; se ci va Matteo Renzi, capo partito, va bene altrettanto; se ci va Di Maio, capo accozzaglia, pure. Ma se invece ci va Grasso, capo partituzzo, salta su un Sergio Boccadutri, esponente dem in Vigilanza Rai, a chiedere se “è una tribuna politica? Uno spazio elettorale?”. O salta su il cazzutissimo Michele Anzaldi, uno che non si perde uno zero virgola di share, col pallottoliere: “Con Grasso, Rai1 perde mezzo milione di telespettatori rispetto a Renzi”, e ciò nonostante “la costosissima presenza degli U2: nel confronto degli ascolti, la puntata con Piero Grasso fa tornare indietro ‘Che tempo che fa’ al 14 per cento, mentre una settimana fa con con il segretario Pd aveva avuto il picco dell'ultimo mese con il 15,4”. E sono numeri, certo. Ma appunto, quello che ci sarebbe da capire è anche questo: se il povero Fabio Fazio invece di Grasso, invece di Bono Vox e The Edge degli U2, avesse invitato Lando Fiorini, faceva un botto di ascolti. O, almeno, sembrava più vivo.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"