M’Baye Niang (foto LaPresse)

Regredire è bello

Maurizio Crippa

L'allenatore di M’Baye Niang vuole venderlo e ha detto papale papale: “Si è fermato ed è regredito"

Nel giorno in cui Repubblica ci rende edotti che l’83 per cento dei giovani (18-29 anni) sarebbe ben contento di avere un uomo forte al potere (non scomodate il complesso di Edipo o di Telemaco, può darsi sia solo bamboccionismo), altre due notizie ci allarmano circa la permeabilità dei giovani, e almeno di certi idoli dei giovani, verso la dimensione di Peter Pan. No, non è Dibba che piazza un selfie su Instagram con la sua nuova girl, però al grido di “rispettate la mia privacy”. Uno è M’Baye Niang, calciatore del Milan. Il suo allenatore vuole venderlo e ha detto papale papale, e qualcuno ci troverebbe forse gli estremi dell’hate speech: “Si è fermato ed è regredito. Perché? Un po’ faccio finta di non saperlo è un po’ non lo dico”. Non fuori forma: proprio regredito. L’altro è l’ex amore della Maggica, Erik Lamela. Che oggi gioca al Tottenham, ma secondo il suo coach sarebbe da tempo rintanato a Roma a riprendersi da un grande dolore. No, non l’infortunio che l’ha bloccato; no, non l’incidente capitato a suo fratello. Ma la morte del suo adorato cagnolino Simba. E’ questo che ha devastato il suo animo, gli ha tolto la serenità. Meno male che il Corriere di ieri ci insegnava che, se usiamo sempre più parolacce, è perché sono un po’ come gli emoji. Ci fanno regredire, poi stiamo meglio.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"