Sfilata di Giorgio Armani - Milano Fashion Week (foto LaPresse)

Contro ogni rancore, ecco la camicia di forza dell'amore

Maurizio Crippa

Insulti, sciarpe, abbracci

Pigi Battista, che non è un uomo mite (al giorno d’oggi suonerebbe un insulto) bensì ragionevole, s’è preso ieri la pazienza di una pazienza persa e ha stilato, sul Corriere, l’elenco senz’altro incompleto delle tracimazioni sociali dell’odio e di un “rancore che non conosce limiti”. Dagli insulti a Montolivo in barella a quelli alla Boldrini anche da sana. “E’ saltato il tappo. E’ finita l’èra dell’inibizione. L’immediatezza psicologica del grido, della scazzottata, dell’aggressione fisica e verbale possono dilagare. Si è più soli e più feroci”. E nessuno li tiene più, questi bruti. Conclude Pigi, sconsolato: “Non è che la quantità di rancore sia aumentata rispetto al passato. E’ che il rancore è stato sdoganato”. Non l’avrebbe consolato, forse: ma avesse girato qualche pagina del suo giornale avrebbe trovato, quantomeno, il titolo di un contravveleno: “La sciarpa con le maniche di Armani: c’è voglia di tenerezza”. Gli è che Re Giorgio ha trovato la risposta. Una sciarpa con le maniche, da indossare sopra la giacca. Che ha un po’ l’aria di una camicia di forza dell’amore, e io sono sicuro che ci finirei attorcigliato. Che Armani – che forse è anche un uomo mite, ma senz’altro è un genio dello Zeitgeist – abbia fatto centro, lo testimoniano i titolisti (che non fosse la pietà del comune destino, verrebbe sì da insultarli con rancore). Pure per la Stampa è “voglia di tenerezza”. Per Repubblica, sempre la più assertiva, è semplicemente: “Vince la tenerezza”. Com’è morbido abbracciarsi da soli, signora mia.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"