foto Zé Carlos Barretta via Flickr

La lagna è pizza. Differenze tra Giuliano e il mio pizzaiolo

Maurizio Crippa

    Adorato l’ottimismo dell’intelligenza del mio amico Giuliano, quando sulla dolce ala della sprezzatura si diverte, se vuole divertirsi o forse è di cattivo umore, a infilzare il pessimismo dei neghittosi, che è la coperta di Linus dell’ideologia e della mancanza di moralità nel guardare le cose per quel che sono. Ieri ne ha dato un brillante saggio, vuole una “moratoria contro la lagna”. Azzecca tutto, pennellata su pennellata. Forse tutto non proprio, ad esempio sulla positiva preponderanza del pizzaiolo egiziano.

     

    A Milano siamo assediati da lagnosi pizzaioli gourmand di nuova generazione, che impongono come dovere sociale le loro farinettiane pizze al lievito madre. Le acciughe, solo di Cetara. Io, mi tengo caro il mio pizzaiolo cinese-brianzolo del venerdì, con le sue pizze surgelate di impegnativa assimilazione. Ha più onestà intellettuale: una pizza è una pizza è una pizza. Mica una lagna (si chiama Giuliano: vedi com’è la vita). Ma soprattutto, alla fine, Giuliano (non il pizzaiolo, intendo) ci ricorda che “eravamo partiti con i sogni militanti del dottor King e con il ‘non domandatevi che cosa può fare il paese per voi, ma cosa potete fare voi per il vostro paese’ di JFK”. Ecco: li hanno ammazzati, quei due. Li hanno ammazzati non quelli della lagna ma quelli cattivi, perché, come dice il Woody Allen talmudico, “chi è malvagio nel profondo del cuore, probabilmente la sa lunga”. E siamo diventati l’occidente alle vongole di Goro. Non è il caso di farne una lagna. Ma rompe le balle, sì.

    • Maurizio Crippa
    • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

      E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"