
Matteo Renzi ospite a "In Mezz'Ora" (foto LaPresse)
Perché Renzi ama De Mita più del Max di mezza età
Forse stavolta l’abbiamo capito, qual è il problema psicologio di Max D’Alema. Che no, non è l’incazzatura dell’italiano-europeo per non essere stato spedito al posto della Moghe; che no, non è che gli agnolotti mal s’abbinano col suo elegante e forte NarnOt; che no, non è il suo istinto da scorpione, che gli fa sempre avvelenare il malcapotato che se lo porta in spalla. No. Il problema di D’Alema è di essere un uomo di mezza età. Absit iniuria verbis, in senso tecnico: cioè di non essere abbastanza vecchio da essere un vecchio politico, un dinosauro dell’èra proto-repubblicana. E’ per questo che li insulta, i vecchietti che votano Sì.
Perché al ragazzo di Rignano, che non è un tipo da mezze misure, i vecchietti invece piacciono assai. Così, invece di stare ad ascoltare le paturnie di Max, Matteo Renzi, dopo aver strapazzato il pleistocenico costituzionale Gus Zagrebelsky, ha deciso di sfidare Ciriaco De Mita, l’Antenato di Nusco, coetaneo della mummia di Similaun. Uno che quando Renzi aveva i calzoni corti già sofisteggiava: “Le motivazioni che vengono avanzate da chi si oppone rafforzano la mia convinzione”. E “se una cosa difficile ti sembra semplice, vuol dire che non hai capito niente”. Montanelli raccontava che la cosa più difficile con Aldo Moro era capire di che stesse parlando, e restare svegli. Il giovane Matteo dovrà star bene attento a non farsi imbudellare come una soppressata di Nusco dal fuoriclasse di ogni “ragionamendo”. Che De Mita è De Mita, mica una mezza taglia come Max.


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