
Fabrizio Corona (foto LaPresse)
La vera “norma Corona” è che in Italia bisogna odiare
Un primo effetto, l’ultimo calembour di Pigi Bersani l’ha già avuto. La “norma Corona”, traduzione per il popolino della voluntary disclosure che, a detta di Bersani, il governo vorrebbe applicare ai soldi in nero, ha prodotto che Fabrizio Corona resterà in carcere, per i danari che gli hanno trovato nel controsoffitto, in Austria e forse pure su Marte. La riprova che le presunte leggi ad personam non funzionano mai, e portano sfiga. Il tribunale di Milano avrà ovviamente buone ragioni. Ma c’è, in tutta la faccenda, qualcosa che eccede le norme e pure i soldi nel materasso.
C’è un risentimento contro Corona ormai pandemico, se ha contagiato anche un uomo dabbene come Bersani. Lui, che era in affidamento, si è fatto ribeccare, è vero. Ma non è che abbia commesso un omicidio. Eppure, nelle ultime settimane, è stato fatto a pezzi da cronisti e corsivisti e sbertucciato da chiunque. E’ un cretino, è vittima delle donne, no le usava come Trump. E’ un evasore, un nemico pubblico. Diceva il gran Péguy che, di solito, se si ha contro il governo, si ha dalla propria il popolo. E alla fine si può scamparla. Averli tutti contro non capita mai: è essere sfortunati. Ok, Péguy parlava di Gesù, e Fabrizio Corona non è proprio un santo. Ma averli tutti contro, così che Bersani te ne vuole come l’ultimo dei carrettieri, e l’ultimo dei tassisti come il primo dei corsivisti non è solo essere sfortunati. E’ che in Italia, se non hai qualcuno da odiare, non sai proprio cosa fare, quando ti alzi alla mattina.


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