C'è anche il rampollo di Roby Facchinetti che fa un a-partito

Maurizio Crippa
Ciao mi chiamo Francesco e sono prima di tutto un padre”. E' un incipit così misericordina-style che penserete subito a quel Francesco. Sbagliato. E' l'epoca dei rampolli. Sì, anche su questo pensate di sapere tutto, Jaki e Rodolfo hanno salutato le ubbìe di babbi e nonni, e ora si scambiano i caste

    Ciao mi chiamo Francesco e sono prima di tutto un padre”. E’ un incipit così misericordina-style che penserete subito a quel Francesco. Sbagliato. E’ l’epoca dei rampolli. Sì, anche su questo pensate di sapere tutto, Jaki e Rodolfo hanno salutato le ubbìe di babbi e nonni, e ora si scambiano i castelli come fossero territori del Risiko. No, non sapete tutto. C’è pure Francesco, rampollo anche lui. Di Roby Facchinetti. Ha deciso di fondare un movimento politico, però a-politico. Perché adesso che è padre pensa al suo, di rampollo, e che gli vuoi lasciare in eredità? I Pooh? Un mondo così? Giammai. Rimboccarsi le maniche, ci vuole. Così scrive su Facebook: “La prima decisione che dobbiamo prendere insieme è il NOME”. E anche a non essere CdB con Rodolfo, ti metti nei panni del Roby. Ha sgobbato tutta la vita, cinquant’anni alla tastiera. Passando da “Sono l’uomo di ieri” a “Per chi merita di più”. Un filantropo, a suo modo. E adesso il rampollo scrive che il nome più quotato è “Volare”. Come aver lavorato tutta la vita per un’altra ditta. Rottamare il buon nome di papà per mettere su un partito ma senza politica, manco al figlio di Casaleggio verrebbe in mente. Con la scusa che “i giovani al giorno d’oggi sono come delle Ferrari chiuse nei garage” (almeno non rischiano l’omicidio stradale, no?). Poi magari finisce che tuo figlio tra qualche anno diventa amico su Fb di Tobia Antonio, e gli scrive: “Il mio vecchio voleva fare un partito. Sai che forse a te, con l’utero in affitto, non ti è andata così male?”.

    • Maurizio Crippa
    • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

      E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"