Marino e le primarie, la macchina infernale del Pd

Maurizio Crippa
Bisogna incominciare a riconoscere a Marino quel che è di Marino. Non tanto che sugli scontrini forse rischia di avere ragione (da queste parti non è mai stato un argomento contro), o comunque potrebbe avere torto come tanti altri. Quanto perché, almeno su un punto, dimostra di avere del genio. Se h

    Bisogna incominciare a riconoscere a Marino quel che è di Marino. Non tanto che sugli scontrini forse rischia di avere ragione (da queste parti non è mai stato un argomento contro), o comunque potrebbe avere torto come tanti altri. Quanto perché, almeno su un punto, dimostra di avere del genio. Se hai davanti un nemico che proprio ti fa ribrezzo (diciamo, a caso: Matteo Orfini) che fai? Cerchi il punto che gli fa più male e gli molli un calcione: lì. Il punto che fa più male al Pd sono le primarie. Sono come Kerry, la macchina infernale. Nessuno si ricorda neanche più chi sia stato il fesso che le ha inventate, ma oramai non si possono più fermare. E uccidono, Dio mio se uccidono. Un meccanismo raccapricciante. Il Pd le ha create, e sempre perse: con Pisapia, De Luca, Emiliano, Vendola. In Puglia e in Liguria. (Ah sì, Renzi le ha vinte: ma quello mica è del Pd). Adesso Marino, il sindaco con il conto alla rovescia, s’è fatto venire l’idea canaglia: se le fanno, perché non potrei ricandidarmi? Appunto, perché no? La macchina infernale non prevede la marcia indietro. E se si candidasse, forse potrebbe non vincere (ma a Roma, quanti elettori del Pd hanno voglia, oggi, di partecipare alle primarie?), però un danno, al candidato ufficiale del partito, glielo fa. Come Pippo Civati a Milano. Geniale.

    • Maurizio Crippa
    • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

      E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"