E pensa se le avvessero detto: “Stai zitta e va' in cucina”

Maurizio Crippa
Poi dite che gli uffici stampa non aiutano a comprendere la politica, e anche un po' come va il mondo. Ieri la casa editrice Bollati Boringhieri, che mai nessuno s'azzarderebbe a tacciare di sessismo e verdinismo, fa sapere che, in tempestiva uscita l'8 di ottobre, c'è un librino di Filippo Maria Ba

    Poi dite che gli uffici stampa non aiutano a comprendere la politica, e anche un po’ come va il mondo. Ieri la casa editrice Bollati Boringhieri, che mai nessuno s’azzarderebbe a tacciare di sessismo e verdinismo, fa sapere che, in tempestiva uscita l’8 di ottobre, c’è un librino di Filippo Maria Battaglia che solo col titolo ci avrebbe risparmiato giorni di indignata trepidazione e soprattutto l’avanspettacolo da suburra di ieri in Senato. Il titolo è così: “Stai zitta e va’ in cucina. Breve storia del maschilismo in politica da Togliatti a Grillo”. Ce ne attendiamo istruttivo godimento, soprattutto dal capitolo “a Grillo”. Perché la storia del maschilismo in politica non è di certo un’invenzione della Boldrini, ma ai tempi che furono anche i mascalzoni avevano una loro “signorilité”. I senatori verdiniani Lucio Barani e Vincenzo D’Anna hanno preso cinque giornate, che manco a Mourinho con la massaggiatrice del Chelsea, per i famosi gesti osceni e sessisti rivolti a Barbara Lezzi, senatrice a cinque stelle. I due sostengono tuttora di no, non era così, sono stati fraintesi. Ma hai voglia a essere verdiniano e non farti fraintendere da una grillina incazzata. Però la fondamentale pagina politica passerà alla storia anche per un altro motivo. Ieri la grillina Paola Taverna s’è messa a strillare, in Aula: “Io non so se lo posso rifare”. Non sapendolo, alla fine l’ha rifatto. Il gesto osceno e sessista. Inequivocabile. Anche per chi, diciamo così, fosse un monsignore polacco. Complimenti alla signora.

    • Maurizio Crippa
    • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

      E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"