Un gup come la Sciarelli, meglio non averlo mai visto

Maurizio Crippa

Indeciso per tutto il giorno se macerarmi nel senso di colpa per essere maschio

    Indeciso per tutto il giorno se macerarmi nel senso di colpa per essere maschio e senza mimose l’Otto marzo, o per non aver mai sentito parlare della povera Roberta Ragusa, verso sera ho deciso per l’autodafé della piena vergogna: sono uno che non l’ha mai visto, “Chi l’ha visto”. Quando ho voglia di angoscia, la sera, mi basta “Ballarò” (modica quantità). Può darsi che sia solo insensibile, però il sospetto, che è l’anticamera del cambio canale, che ci sia qualcosa di orwelliano, di poliziottesco, in questa mania di andare a scovare chiunque sia scomparso – e putacaso l’avesse fatto sua sponte, è capitato anche questo – insomma questa formattizzazione dell’inesistenza della privacy, mi ha sempre spaventato. Ora, accade che il gup del tribunale di Pisa ha deciso il non luogo a procedere per il marito di Roberta Ragusa, scomparsa da casa, e accusato di omicidio e distruzione di cadavere. Al che, Federica Sciarelli ha tuonato: “Questa è la giustizia italiana! Vorrà dire che il giudice avrà creduto alle menzogne di Logli”. Se qualcuno cerca una difesa d’ufficio dell’operato di magistrati e giudici, com’è noto ha sbagliato testata. Ma peggio dei magistrati e dei giudici quando esercitano il loro mestiere prendendo sottogamba i diritti degli indagati o degli imputati, tra i quali quello di poter persino essere innocenti, c’è solo il giornalismo convinto che l’essenza del mestiere sia di tranciare sentenze e chiudere istruttorie. Se Federica Sciarelli, che è tanto brava, e il diuturno successo del suo format vale da medaglia, voleva fare il giudice, forse ha sbagliato albo professionale.

    • Maurizio Crippa
    • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

      E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"