Dal Landini alle Ande. Quelli menati senza Cuore

Maurizio Crippa

"Non c’è nulla da spiegare. Quello che dovevo dire l’ho detto".

    "Non c’è nulla da spiegare. Quello che dovevo dire l’ho detto. Sempre alla luce del sole”. Ieri hanno preso un vecchio spericolato arrampicatore, lo hanno appeso alla solita parete e lo hanno menato un’altra volta come un tamburo. Brutto Pinocchio, gli hanno detto, adesso è tutto chiaro, non è vero che quella volta hai vinto la battaglia che avevi detto. Stavi solo bluffando, è da una vita che bluffi. Adesso ti sistemiamo noi. Scafati come siamo, abbiamo subito pensato che il punching ball appeso al muro fosse Maurizio Landini, quello che prima l’ha corcato Marchionne e adesso il Bullo rincara la dose, mentre quella canaglietta della Camusso ne approfitta per stampargli il mocassino sulle chiappe. Invece no, ce l’avevano con Cesare Maestri, maestro d’alpinismo, per quella volta che raccontò di aver scalato la montagna più difficile del mondo, il Cerro Torre, ma era una balla. In più aveva usato il trapano ad aria compressa per infilare i chiodi, una cosa che non si fa, incongrua, come voler creare posti di lavoro usando l’articolo 18. Cesare Maestri ha 85 anni, non ha più voglia di difendersi, non gli frega più neanche di dove sono le Ande, ma gli girano che ancora oggi gli tirino fuori quella figuraccia. Un po’ come a Landini, che adesso quel mascalzone di un fiorentino, quel Franti del libro “Cuore” che ride delle disgrazie, lo tratta da pirla solo per aver pensato di fare politica. “Erano i titoli che erano sbagliati”, ha detto. O se non l’ha detto lui, era Cesare Maestri.

    • Maurizio Crippa
    • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

      E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"