Cracco ad Abbiategrasso e quelli di “denutrire il pianeta”

Maurizio Crippa

Verrà il giorno che un Fantozzi liberatorio griderà “gli chef stellati sono una boiata pazzesca”.

    Verrà il giorno che un Fantozzi liberatorio griderà “gli chef stellati sono una boiata pazzesca”. Ma fintanto che pompano il pil, amen. Così, che il comune di Abbiategrasso, nomen omen nella terra dell’Expo, abbia deciso di dare in comodato gratuito per un anno il suo magnifico ex convento dell’Annunciata, roba quattrocentesca, a Carlo Cracco, che ci faccia dentro un po’ di “eventi” (Dio li perdoni, gli “eventi”) e ci porti un po’ di turisti, e se tutto andasse bene l’anno venturo la Cracco Investimenti dello Stellatissimo potrebbe aprire lì, nella Bassa, la sua scuola di cucina: beh, mica male. Manco fosse un Gino Paoli che non paga le tasse, l’opposizione del ridente comune lombardo è però insorta, con una motivazione che lascia basiti quasi più dell’isterico dilagare della food culture: “Si regala l’utilizzo gratis di un bene pubblico a un milionario”. Dove la parola maledetta è “milionario”. La colpa imperdonabile. Il bene pubblico, darlo a uno così. Un insulto. Anche se per sbaglio lo usasse bene, e pompasse il pil. Ad Abbiategrasso, Italia. Perché se, invece, quel bel convento con le sue arcate lo dessero gratis per un anno a delle magnifiche donne etniche ma senza stelle Michelin, di quelle che cantando pestano nel mortaio i semi di miglio e ne fanno simpatiche focaccine,  finanziate dal microcredito di Yunus e per il bene pubblico ma senza traccia di pil, allora andrebbe tutto bene. Ci sarebbe già anche il titolo: denutrire il pianeta.

    • Maurizio Crippa
    • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

      E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"