Elogio del brav'uomo stressato che disse: il nero è nudo

Maurizio Crippa

Come fai a vendere il Milan a un thailandese, se l’uomo che ha costruito il tuo mito rossonero

    Come fai a vendere il Milan a un thailandese, se l’uomo che ha costruito il tuo mito rossonero, con Rijkaard e Gullit, sbotta fuori: “Abbiamo troppi stranieri nelle giovanili. Ci sono troppi neri”. Come fai a non metterti con Salvini, se l’uomo del tuo sogno spara: “L’Italia non ha dignità, non ha orgoglio: non è possibile vedere squadre con 15 stranieri”. Vuoi che non lo abbia pensato, il Cav.? Ma lui ha già i suoi problemi, non ci mettiamo nei suoi panni. E solo perché costretti ci infiliamo in quelli di Arrigo Sacchi. Un signore pelato e con degli occhiali più grandi della faccia, che diventa sempre rosso (ma non nero), troppo timido quando parla per essere cattivo (o sarà viceversa?). Che ha smesso di allenare perché c’era stress, ci ha riprovato e ancora lo stress. Ma è un brav’uomo, e vuoi che a un brav’uomo, a un certo punto, non gli scappi detto? Che avrà mai detto, poi? Ha fatto buuu? Ha lanciato una banana a Gyamfi Bright, magnifico ragazzino dell’Inter? Ma va là. Ha fatto come quell’altro ragazzino (chissà se era nero), che aveva occhi per vedere e un giorno gridò: “Il re è nudo”. Apriti cielo. Non si può, “tremenda gaffe” è il meno che gli hanno detto. Persino Lotito, no dico: Lotito, l’ha sputazzato. E più sei su, più sputazzi a chi è caduto giù. Mica che ti prendano per complice nell’unico peccato rimasto, il politicamente multietnico. Poi ha fatto autodafé: “Non sono certo razzista e la mia storia di allenatore lo dimostra”. Avesse detto: il nero è nudo.

    • Maurizio Crippa
    • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

      E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"