I soliti civici (l'hanno rimasto solo, 'sti otto tecnocrati)

Maurizio Crippa

Stare adesso a rimuginare che avrebbe potuto salirci lui a piedi, col trolley, sul Colle più alto, adesso che c’è arrivato con la Panda uno più grigio di lui, a che serve?

    Stare adesso a rimuginare che avrebbe potuto salirci lui a piedi, col trolley, sul Colle più alto, adesso che c’è arrivato con la Panda uno più grigio di lui, a che serve? E’ come trovarsi al bar con Brunetta, quattro pensionati mezzo avvelenati, a raccontarsela che il golpe, quella volta, ci fu. Storia passata. Adesso non serve neanche dirsi che ci vorrebbe lo streaming, per vedere come volano gli stracci quando sono gli stracci della società civile a volare, al congresso di Roma, domani. E recriminare su una battutaccia del Royal, “dialogherò anche con Scelta civica, se esiste ancora”. O forse era un pronti via? Parole d’amarezza, quelle del deputato Andrea Vecchio: “Ecco che i transfughi si dirigono finalmente verso lidi più promettenti”. Hanno fatto san Martino fuori stagione. Gianluca Susta, Alessandro Maran, Linda Lanzillotta, Pietro Ichino, la dama Ilaria Borletti Buitoni e l’economista Irene Tinagli, il viceministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda  e pure il ministro pop dell’Istruzione, Stefania Giannini. Benedetto Della Vedova aveva pronta una mozione: “Per non sfasciare tutto”. Già. Ma pensarlo lì, il Prof. Monti, come Gassman nel film di Monicelli, nell’alba di Milano, col gessato sdrucito e non proprio di sartoria, che grida contro il fato: “M’hanno rimasto solo, ’sti otto tecnocrati!”. Ecco, fa male.

    • Maurizio Crippa
    • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

      E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"