
Claudia Cardinale nel 2018 (foto Ansa)
1938-2025
Il continuo altrove di Claudia Cardinale
L'attrice è morta a Nemours, vicino a Parigi, dove viveva a 87 anni. Lavorò con Luchino Visconti, Federico Fellini, Sergio Leone, Henri Verneuil, Werner Herzog, Blake Edwards
Diceva che "l'Italia era una bellezza che era meglio guardarla da lontano". Per questo se ne era andata in Francia, aveva girato un po', da qualche anno era a Nemours, vicino Parigi, l'ultimo domicilio. È morta lì Claudia Cardinale a 87 anni.
D'altra parte non era mai stata una donna che si era sentita parte di qualcosa, incasellabile in qualche definizione precostituita. Nemmeno per nazionalità. Certo era italiana, ha detto di sentirsi, "in un certo senso e pure orgogliosamente, italiana", ma fino a un certo punto, perché lei si sentiva parte del mondo, di un mondo più ampio di un paese. Era nata a Tunisi da genitori siciliani, voleva essere indipendente, ci è riuscita tramite il cinema, all'inizio suo malgrado. Avrebbe preferito studiare e insegnare. Poi ci si è abituata. Recitare le veniva bene, un po' meno bene le veniva dover stare in pubblico, perché le pesava quell'essere per tutti una diva. Per questo ha iniziato a vivere il più possibile in un altrove costante, il più lontano possibile dalle noie della popolarità. Ogni tanto ci si rituffava, perché in fondo l'ammirazione degli altri la faceva "sentire ben più importante di quello che mi ritenevo. Inorgoglisce e fa piacere, un enorme piacere, a patto che sia per poco, giusto il tempo di goderne il bello senza viverne la pesantezza".
Sembra strano che ci fossero luoghi in Europa nei quali Claudia Cardinale non fosse se non famosa quanto meno notoria. Perché se lavori con Luchino Visconti, Federico Fellini, Sergio Leone, Henri Verneuil, Werner Herzog, Blake Edwards, se finisci su rotocalchi e riviste, la tua esposizione internazionale è altissima. Lei quei luoghi li ha trovati.
E li ha trovati nonostante quel broncio affascinante che si trasformava in un sorriso ammaliante che ha rapito più di una generazione. E un fascino sul grande schermo che poche attrici hanno avuto. A tal punto che Dominique Massad dei Guillot, della storica famiglia di produttori di rose, fu sicuro che il nome dell'attrice fosse giusto per un suo ibrido commerciale: ecco la rosa Claudia Cardinale, dai petali giallo ambra.
Un fascino che Alain Delon definì assoluto: "Ammalia, è come se quando la vedi la sua immagine rimanga negli occhi di più, che la sua voce rimanga nelle orecchie di più".
Lei diceva di non farci caso, che non era poi davvero così. Ripeteva: "Non ho mai nascosto la mia età, non sono mai stata e mai sarò una diva. Sono una donna normale, come tutte le altre".



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