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Cannes '25

Gli zombie cinefili in azione a Cannes

Mariarosa Mancuso

Sveglie all’alba, proiezioni last minute e caccia ai film imperdibili: così si vive il festival più ambito del cinema. Tra rituali bizzarri, look da red carpet e sorprese in sala

La sveglia suona alle sei e mezza del mattino. Quattro giorni prima dell’inizio del festival. Bisogna prenotare le proiezioni, dalla pandemia in poi non basta più l’accredito (Cannes poi, è stato l’unico festival a saltare un turno, nel 2020 – e nel 2021 è stato spostato a luglio, è un miracolo se siamo ancora tutti vivi vista la temperatura nelle sale). Bisogna prenotare con quattro giorni d’anticipo. Sappiamo come vanno queste cose, quindi alle sette – orario d’apertura – siamo pronti con la lista della spesa, quel che dobbiamo o vogliamo vedere e i rimpiazzi. Cinque minuti dopo molti titoli sono già esauriti, e andranno rincorsi per tutto il festival. I rimpiazzi sono titoli che avremmo potuto saltare senza rimpianti, ma non si sa mai. Magari scopriamo il capolavoro sconosciuto. Perlopiù, è roba che somiglia al quadro che Balzac descrive nel suo racconto: il dipinto tenuto nascosto è un informe pasticcio di colori. Ma lì, in un angolo, almeno spuntava un perfetto piedino. 

Si prenota con quattro giorni d’anticipo (calcoli il candidato quante sveglie abbiamo cominciato il 9 maggio e finito ieri). Ma per un solo maledetto giorno. Vorremmo tanto sapere se è stato un umano o un algoritmo a congegnare il pasticcio. Quindi, di nuovo, file last minute, e sale mezze vuote. Come spiegano gli esperti, gli aerei hanno lo stesso problema: il difficile è riempirli, e poi svuotarli, nel minor tempo possibile. Perché rendano al massimo, ovvio. Comunque, siamo nel miglior posto del mondo (a pari merito con Venezia, intesa come Mostra del cinema). Dove ritroviamo tutti i tic della categoria. Dove possiamo leggere, sfornate calde, giri di frase come questa: “La vertigine assoluta del cinema di Mario Martone, quella capacità di sintonizzarsi su una relatività spazio-temporale dove l’universo curva, dove la velocità cambia la prospettiva sulle cose. E viceversa”.


Ovvio che poi gira la testa, mica siamo abituati a tali altezze. I critici stranieri cercano di spiegarsi – meglio gli anglosassoni dei francesi, se ci dobbiamo fidare. Qualcosa è sfuggito a tutti, in cima alla lista c’è il film di Kristen Stewart tratto da “La cronologia dell’acqua” di Lidia Yuknavich (edizioni Nottetempo). L’attrice è testimonial di Chanel, che la manda sul red carpet con il cappellino da baseball, giacca sbottonata sul pancino, e cravatta sui bermuda, sandali neri con il tacco e calzini di cotone bianco. Ha debuttato puntando alto, scegliendo un libro di culto. Prima del festival ha ostentato timidezza, a giudicare dalle recensioni – siamo tra chi ha tentato di vederlo in tutti i modi, respinti sempre – è riuscito piuttosto bene. I vampiri sono lontani, ma si capiva che la ragazza era intelligente anche quando faceva la bruttina della scuola.


Ha debuttato nella regia anche Scarlett Johansson, con June Squibb: vedova novantenne che per tenerezza, o momento di panico, la figlia ha iscritto in un centro ebraico per passare il tempo, e ora racconta come sue le storie sull’Olocausto che ascolta dall’amica del cuore appena morta. Nel gruppo dei debuttanti eccellenti c’è anche il londinese Harris Dickinson, cresciuto nello stesso quartiere di Alfred Hitchcock. Con “Urchin”: un moccioso nato male che cerca di integrarsi nella società. Tutti nella sezione “Un Certain Regard”. Finalmente, vien da dire, c’è qualche maschio ribelle. L’obiettivo parità dei sessi ha riempito il programma del festival con storie di madri e figlie. Lontane, troppo lontane. Vicine o abbandonate. Litigiose ma poi in pace. Attaccatissime ma poi separate. Solo quando la mamma muore, le sorelle vanno d’accordo. In Norvegia, il film si intitola “Sentimental Values”, e di questa materia è fatto (più la casa di famiglia da vendere, ma la rivuole il papà narciso che ha lasciato la mamma). Per chiudere il cerchio, dopo la sveglia alle sei, le uniche proiezioni per la stampa accessibili erano alle 10 di sera. Uscita dopo mezzanotte. Pronti per il nostro primo piano da zombie cinefilo.

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