Venezia 2021

"Qui rido io". Scarpetta, il teatro, le donne e quel farabutto di D'Annunzio

Mario Martone confeziona un ritratto verace e appassionato di un mostro sacro del teatro italiano. Ne parliamo con gli attori Iaia Forte e Maria Nazionale

Federica Polidoro

Con Qui rido io, Mario Martone, con grande ispirazione, confeziona un ritratto verace e appassionato di un mostro sacro del teatro italiano a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento. Un capitolo di storia plausibilmente ignoto ai più giovani e quindi preziosissimo documento per la memoria di Eduardo Scarpetta. Attore e commediografo, capostipite della dinastia Scarpetta-De Filippo, creatore del personaggio Felice Sciosciammocca e del teatro dialettale moderno. Un uomo ambizioso, uno sciupafemmine, un artista appassionato, esposto nelle più intime debolezze, con cui è impossibile non entrare in empatia. Cast straordinario, selezionato con cura certosina da Martone, tra cui svettano Toni Servillo, per un ruolo che davvero sembra tagliato su misura, Iaia Forte, Maria Nazionale, Lino Musella, Roberto De Francesco ed Eduardo Scarpetta II, nipote di terza generazione. Questo film è un must del festival e potrebbe entrare nel Palmares. Sono molti i motivi per vederlo, ma basterebbe di per sé l’ironia con cui viene presentato Gabriele D’Annunzio. Il Vate intentò una causa milionaria a Scarpetta per plagio durata molti anni. L’attore ne uscì vittorioso rivendicando il diritto alla parodia e alla satira.

In questa intervista Iaia Forte e Maria Nazionale svelano buffi aneddoti del set e come interpretare la famosa scena di Miseria e Nobiltà sia ancora di grande impatto emotivo per un attore napoletano.

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