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Così stanno trasformando James Bond in un pensionato

Giovanni Battistuzzi

Nel prossimo film della serie 007 guiderà una supercar elettrica e sarà più attento nel suo approccio con le donne. Il prossimo passo è il chinotto al posto del Martini?

Quattro cose – più una – erano certe nei film di James Bond: automobili potenti dal motore roboante, donne bellissime, azione, distillati (e sigarette). Il fumo l'agente segreto l'aveva già abbandonato nel 2015: niente tabacco, nuoce gravemente alla salute, quindi meglio non mostrare qualcosa di salutisticamente scorretto. Rimaneva il resto, tutto quello che aveva contribuito, in qualche modo, al successo dell'agente segreto vestito in nero.

 

Così, dopotutto, era il personaggio uscito dalla penna dello scrittore britannico Ian Fleming. Così è stato per ventiquattro film, così non sarà il venticinquesimo. I produttori Barbara Broccoli e Michael G. Wilson hanno deciso che quel James Bond non ci sarà più, o meglio che sarà ancora interpretato da Daniel Craig, che andrà in scena ancora in abiti eleganti, che si caccerà ancora in situazioni al limite del possibile, ma che dovrà essere più ecologico e al passo con l'epoca del #metoo. Nel prossimo episodio della saga, quindi, non ci saranno più macchinoni che consumano tonnellate di benzina, ma una ben più verde auto elettrica, anche se sempre griffata Aston Martin e sempre costosissima, 250.000 sterline. Un bolide da 600 cavalli, la Rapide E, che passa da 0 a 100 in meno di 4 secondi, ma che emetterà un ronzio appena appena metallico. Via anche gli amori fugaci,  da una notte e via. In realtà non si sa ancora se 007 si abbandonerà all'amore vero, se si trasformerà in un buon padre di famiglia, oppure se si limiterà a chiedere alla prossima Bond girl il permesso di provarci, quel che è certo è che il diktat, ampiamente condiviso dal nuovo regista Cory Juji Fukunaga, è quello di rendere l'agente segreto, visti i tempi che corrono, sarà più cauto con i suoi tentativi di seduzione.

 

 

Va da sé che dirigere un James Bond tramutato in un personaggio più vicino al Nonno Libero di Un medico in famiglia che all'avventuroso agente, era un compromesso forse inaccettabile per Danny Boyle (il regista diventato famoso, tra le altre cose, per Trainspotting), che probabilmente sperava di riportare Bond all'epoca di Terence Young quando, interpretato da Sean Connery, esaltava la sua Licenza di uccidere. Le “sue divergenze creative”, oggi, somigliano tanto a una fuga da un personaggio che si sta un po' troppo imbolsendo. Il prossimo passo magari sarà sostituire il suo Martini “agitato ma non mescolato” con il chinotto. E la metamorfosi sarà completa.

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