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L'analisi

Fede e democrazia. Quella “neutra” cara ai laicisti è solo una cultura ancorata a un totalitario pensiero unico

Peppino Zola

Oggi è ammesso tutto, anche la pazzia più stravagante, ma non il buon senso cristiano. Anche a causa di molti cattolici che si autocensurano, stando bene attenti a non usare parole che potrebbero anche solo avere la parvenza di esprimere un pensiero cattolico

Come al solito, solo Giuliano Ferrara è riuscito a scrivere cose nobili e non conformiste sul funerale di Charlie Kirk, andando, tra l’altro, al fondo della questione che quell’evento pone all’esangue e sperduta cultura europea. Questione che l’Elefantino sintetizza nella domanda finale del suo bellissimo articolo: “Può resistere e fortificarsi una democrazia che s’ingegna a considerarsi neutra, che esclude famiglia, fede, e libertà come aspirazione collettiva invece che come emancipazione e teoria dei diritti individuali?”.  Domanda preceduta dalla amara constatazione che esiste, tra di noi, come fattore prevalente nella vita pubblica, “una cultura nemica della Chiesa cattolica”. Ha proprio centrato il problema. Dopo la rivoluzione francese e la sua ghigliottina, infatti, è letteralmente proibito che una idea nata dal pensiero e dall’esperienza cristiana possa legittimamente essere posta a tema nella discussione pubblica. 

 

Tutti i pensieri sono ammessi, tranne quello che abbia anche solo una parvenza “cristiana”, peggio se “cattolica”. Così è “neutrale” e quindi ammesso citare qualsiasi filosofo di qualsiasi pensiero, ma impossibile citare un pensatore cristiano, perché questo sarebbe una offesa alla “laicità” della cosa pubblica. Il pensiero cattolico è aprioristicamente escluso dal dibattito pubblico. Ma perché? Poniamoci almeno la domanda, visto che tale esclusione non solo è antidemocratica, ma è anche irrazionale: una irrazionalità praticata proprio da chi fa della “ragione” la nuova e unica religione. Concordo con Ferrara: non c’è altra ragione se non l’odio verso una presenza pubblica cristiana. Oggi è ammesso tutto, anche la pazzia più stravagante, ma non il buon senso cristiano. Anche a causa della ignavia di tanti cristiani.

 

Infatti, per lo più i cattolici hanno preso atto di questa situazione e vi ci sono adattati molto comodamente. Tanti cattolici che hanno responsabilità pubbliche, infatti, si auto censurano, stando bene attenti a non usare parole che potrebbero anche solo avere la parvenza di esprimere un pensiero cattolico. Essi pronunciano solo parole “costituzionali”, anche se poi dimenticano e fanno dimenticare a tutti che è la stessa Costituzione (quella “più bella del mondo”) a definire la famiglia come una società “naturale” fondata sul matrimonio (articolo 29) e che il diritto a educare e istruire i figli spetta solo ai genitori (articolo 30) e che la Repubblica ha il dovere di agevolare i genitori nel loro libero compito educativo (articolo 31) e che la Chiesa è “sovrana” (articolo 7) e così via. Ma di tutte queste cose di solito i cattolici non parlano e in politica non decidono, per paura di essere espulsi. E coloro che si ritengono “neutri” e quindi “laici” costruiscono muri anche solo contro il pericolo che si infiltri un pensiero cristiano. 

 

In verità, i laicisti chiamano “neutra” una cultura profondamente ancorata a un totalitario “pensiero unico”, che non permette nessuna alternativa a sé stesso e che, perciò, sta diventando terribilmente disumano: così non riescono neppure a stupirsi commossi di una donna bella e coraggiosa che riesce a perdonare l’assassino del proprio marito; non riescono a rattristarsi neppure un minuto per quel barbaro assassinio; non riescono a comprendere il sentimento profondo di un popolo che non si è fatto estirpare il senso religioso della vita, senso che esiste in ogni uomo, anche il peggiore. I sacerdoti della “neutralità” sembrano assomigliare molto agli ipocriti e ai farisei che Gesù ha apostrofato con il terribile (e dimenticato dai più) “guai a voi!”. E’ giunta l’ora in cui, se vogliamo ritornare a essere veramente liberi, insieme dobbiamo riaprire le porte del pensiero e della democrazia verso uno spazio aperto in cui ci si sia posto per tutti, persino per un pensiero religioso e cattolico. Se no, che democrazia è?

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