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Povero san Francesco, ridotto ad attivista eco pacifista

Il santo d'Assisi diventa festa nazionale. Bene, se non fosse per le motivazioni da macchietta

Matteo Matzuzzi

Istituita la festa nazionale di Francesco (d’Assisi) per celebrare e promuovere “i valori della pace, della fratellanza, della tutela dell’ambiente e della solidarietà”. Le motivazioni addotte dal legislatore, più che celebrare il grande santo, un gigante della storia e della fede, celebrano la macchietta che negli ultimi due secoli è stata creata attorno all’uomo “che parlava al lupo e agli uccellini”

Roma. Non s’è ben capito se volesse essere un omaggio della maggioranza al compianto Francesco Papa o se davvero si sia voluta istituire la festa nazionale di Francesco (d’Assisi) per celebrare e promuovere “i valori della pace, della fratellanza, della tutela dell’ambiente e della solidarietà”. O, chissà, se si volesse più semplicemente regalare un giorno festivo in più agli italiani. Sta di fatto che le motivazioni addotte dal legislatore, più che celebrare il grande santo, un gigante della storia e della fede, celebrano la macchietta che negli ultimi due secoli è stata creata attorno all’uomo “che parlava al lupo e agli uccellini”. Francesco  impegnato nella tutela dell’ambiente, che messa così sembra uno che teneva tanto alla raccolta differenziata. Francesco uomo di pace, tanto che il suo incontro col sultano d’Egitto è stato derubricato nella melassa à la page a primo esempio di “dialogo interreligioso”. Tommaso da Celano – che Francesco lo conobbe e pure bene – scrisse che a muovere il futuro santo fu “l’ardore della carità” e partì per il vicino oriente (lui scrisse “paesi infedeli”, ma per le pruderie odierne è meglio evitare) allo scopo di “diffondere con l’effusione del proprio sangue la fede nella Trinità”.

 

Insomma, ben altra cosa dalla narrazione che ha fatto di Francesco una specie di Greta Thunberg del Duecento con spiritualità non lontana da quella del Dalai Lama con chiari indicatori di un sostegno alle istanze di Avs. Narrazione che regge e che impera, come s’è capito dal dibattito in Parlamento. Sul tema è intervenuta l’onorevole Patty L’Abbate, Movimento 5 stelle: “Francesco d’Assisi è il patrono dell’ecologia, e, se fosse oggi qui, vivo, sapete cosa farebbe? Lavorerebbe perché riconoscerebbe il cambiamento climatico, riconoscerebbe il discorso di una transizione ecologica, riconoscerebbe che bisogna effettuare delle azioni chiare, perché stiamo andando dritti verso un muro. Il punto è che non poneva attenzione solo all’ecologia, quindi a ‘sorella acqua’, ‘fratello sole’, tutto quello che vogliamo, ma anche al proprio fratello, fratelli tutti. Anche qui, se parliamo di pace, c’è qualcosa che non funziona. (…) Sarebbe stato in prima fila, in questi giorni, a manifestare per la pace, perché i fratelli sono tutti uguali”. Praticamente la festa nazionale di un antesignano delle Ztl con partecipazione ai cortei pro Pal. L’onorevole deve aver letto l’ateo trascendentalmente onnisciente Augias, secondo cui san Francesco era stimabile per la sua “spiritualità terrena” e “il resto sono favole”. (mat.mat)

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  • Matteo Matzuzzi
  • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.