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Il cardinale Dolan: "Cercavamo un successore, non un continuatore di Francesco"

L'arcivescovo di New York tra aneddoti sul Conclave e le colazioni in compagnia di Robert Prevost. Intanto, è in arrivo la prima intervista al nuovo Papa

Matteo Matzuzzi

Il prossimo 18 settembre sarà pubblicato oltreoceano da Penguin Leone XIV: cittadino del mondo, missionario del XXI secolo, la biografia di Elise Ann Allen che contiene anche una lunga intervista al Pontefice realizzata in due momenti fra il 10 e il 30 luglio

Roma. I cardinali hanno scelto Robert Francis Prevost come nuovo Papa vedendo in lui “non un continuatore, ma un successore”. Per Francesco, comunque, “era evidente un sentimento diffuso di ammirazione e affetto”. A dirlo è stato il cardinale Timothy Dolan, arcivescovo di New York, partecipando alla serata “Riflessioni sul Conclave e sul nuovo Papa americano Leone XIV” alla Fairfield University nell’ambito delle celebrazioni per il 250esimo anniversario dell’Indipendenza americana. Anche dodici anni fa, proprio nell’estate che seguì il Conclave, fu Dolan a raccontare aneddoti sul Conclave che elesse Jorge Mario Bergoglio e a mostrare insofferenza perché i tanto attesi cambiamenti nel governo vaticano non erano ancora giunti. Allora si chiedeva la sostituzione del segretario di stato, la Chiesa degli Stati Uniti voleva una sorta di manager che sistemasse le cose e raddrizzasse una Barca che prendeva troppa acqua. Francesco l’accontentò poco dopo, con la nomina sul finire d’agosto di Pietro Parolin, allora nunzio in Venezuela, al posto di Tarcisio Bertone. Stavolta Dolan non si lamenta, ma tra una battuta e l’altra – “Forte dell’esperienza precedente mi ero portato il mio burro d’arachidi. Una mattina a Santa Marta mi ritrovai a fare colazione con un altro americano, il cardinale Prevost: senza dubbio era stato attirato dal burro d’arachidi” – conferma che l’idea di fare Papa il prudente agostiniano circolava già tra i confratelli e più di quanto si potesse sospettare all’esterno. “Sono rimasto un po’ sorpreso da una domanda sentita durante le congregazioni generali che preparavano il Conclave: Chi è Robert Prevost? E’ una domanda che ci stiamo ancora ponendo tutti”, ha detto l’arcivescovo di New York. Domanda sospesa ma qualche certezza c’è: “Non era percepito come un americano, ma i cardinali vedevano in lui qualcuno in possesso di qualità molto apprezzate, come il buon senso, la praticità e la capacità di gestire il denaro”.

 

Parlando di continuità – parola che si porta sempre bene, quasi fosse un dogma di fede – Dolan ha detto che se Giovanni Paolo II era l’anima, Benedetto XVI il cervello e Francesco il cuore, Leone è “temperato”: non un organo, bensì una disposizione del corpo. Moderazione, quindi. La conferma, insomma, di quel che si riteneva che i cardinali stessero cercando: la calma dopo il ciclone. Una sintesi trovata, appunto, in Robert Prevost. Uomo poco mediatico e del quale esisteva solo una manciata di interviste, peraltro su temi non di certo “decisivi” per i destini della Chiesa. Alla lacuna ora viene messa una toppa: il prossimo 18 settembre sarà pubblicato oltreoceano da Penguin Leone XIV: cittadino del mondo, missionario del XXI secolo, la biografia di Elise Ann Allen che contiene anche una lunga intervista al Pontefice realizzata in due momenti fra il 10 e il 30 luglio. Leone, a quanto pare, ha parlato di tutto: della sua infanzia, della sua esperienza fra gli agostiniani, del suo ruolo in curia. E anche di alcuni fra i temi che presto si troverà ad affrontare quando il pontificato entrerà nel vivo.

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