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Saverio ma giusto

L'otium di Papa Leone è il nuovo trend per le vacanze estive

Saverio Raimondo

Basta con le mete esotiche, i viaggi low cost e le città d'arte: Prevost ha restaurato la cara vecchia villeggiatura al lago. Non fa incontri ufficiali (tranne con Zelensky), si riposa, probabilmente si annoia, e va bene così. E poi la domenica giro in Papamobile. Almeno dal punto di vista vacanziero, il Pontefice è già un modello 

Due settimane in una casa di villeggiatura, fuori dalla città ma non troppo lontano; zero vita sociale, al massimo qualche incontro privato; si esce solo per andare a messa, e con l’occasione fare qualche bagno – di folla. Questa è la “Pope Summer”: l’estate di Leone XIV, nuovo trend vacanziero per gli sfiniti dal turismo. Basta con le mete esotiche, i viaggi low cost col bagaglio a mano che pesa troppo e allora viene imbarcato e quindi smarrito, il volo di ritorno cancellato, la diarrea del viaggiatore, la ricerca della casa su Airbnb che poi quando arrivi scopri di essere stato truffato, il salasso per un ombrellone con due lettini o peggio la sveglia all’alba per la guerra di conquista di un fazzoletto di spiaggia libera manco fosse il Donbas o la sabbia una terra rara, le città d’arte con la canicola, le mete turistiche prese d’assalto dall’overtourism. Papa Prevost restaura la cara vecchia villeggiatura nella seconda casa (manco comprata: se l’è trovata in dote, è “di famiglia”), e neanche al mare o in montagna, al lago, dove non ti pungono le tracine né vieni travolto da una frana quando piove.

Castel Gandolfo, in cui anche nelle giornate più calde la sera si sta bene, è a un’ora di macchina da Roma, un’ora e mezza, toh, se c’è traffico sull’Appia, così se ti sei dimenticato qualcosa a San Pietro o devi rientrare per un’emergenza (tipo ti si è rotta una tubatura del bagno e devi andare a controllare i danni agli affreschi) vai e torni in giornata con la Papamobile – altrimenti c’è pure il trenino fino a Termini, poi da lì prendi la metro A con le suorine fino a Ottaviano, e ritorno. E tutto questo senza nemmeno stare a incastrare fra ponti e week end: ferie dal 6 al 20 luglio, e chi s’è visto s’è visto, al Papa non interessa.

Prima della partenza, il priore degli agostiniani, amico personale del Papa, diceva che Leone XIV era stressato: “Lavora a ritmi altissimi, è dimagrito, risponde in chat anche alle tre di notte” (che non si dica che il Papa faccia ghosting, Prevost prima di andare a dormire recita sempre un Padre Nostro, un’Ave Maria e doppia spunta blu). Ecco perché il neo Pontefice aveva proprio bisogno di una bella vacanza – spero anche dal telefono. Udienze annullate, niente call da remoto: bravo Papa, insegnaci a vivere e a staccare dal lavoro. Prevost a Castel Gandolfo ha giusto ricevuto Zelensky, per il resto zero incontri ufficiali. Ha il balcone, ma non organizza cene in terrazza (che sono solo un’ulteriore fonte di stress: e gli allergici, e gli intolleranti, e quelli a cui non piace il melone...), al massimo si affaccia e saluta la folla sotto, anche lì, chi c’è c’è. E poi la domenica giro in Papamobile, un po’ per la pro loco (che comunque il Papa in paese qualche turista mordi-e-fuggi da spennare te lo alza sempre), un po’ perché quando c’hai la decappottabile, vabbè il rischio attentati, però te la vuoi anche godere un po’, e che diamine, è estate, se non ci vai in giro adesso quando ci vai, a gennaio?

Non so dal punto di vista dottrinale, è ancora presto per pronunciarsi, ma mi sento di dire che questo Papa è già un modello dal punto di vista vacanziero: sa godersi l’ozio, sa rallentare, e perché no anche annoiarsi – sai che palle due settimane a Castel Gandolfo? Bello il lago di Albano, per carità, ma dopo un po’, se neanche ti fai il giro dei Castelli Romani, se neanche vai una sera a farti un aperitivo a Frascati o una cena a Grottaferrata, o a Nemi a mangiare le fragoline... Ma soprattutto, il Papa sa che d’estate ci si veste di bianco, così si sta più freschi. 
 

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