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Cattolici sempre più liberal, preti sempre più conservatori. Un fenomeno non solo americano

Matteo Matzuzzi

Negli Stati Uniti i sacerdoti "progressisti" sono di fatto scomparsi, scrive l'American magazine, la rivista dei Gesuiti della East Coast. L’analisi può senza troppi problemi essere esportata anche alle nostre latitudini

America magazine, la rivista dei Gesuiti della East Coast, ha scritto che “negli Stati Uniti i cattolici sono più liberal mentre i giovani preti sono più conservatori. I dati che mostrano il divario teologico tra sacerdoti più giovani e più anziani, così come tra sacerdoti più giovani e laici, potrebbero servire come mandato per guarire lo scandalo della divisione all’interno della nostra Chiesa”. I dati in questione, che godono dell’autorevole imprimatur della Catholic University di Washington, testimoniano come i sacerdoti “progressisti” negli Stati Uniti siano di fatto scomparsi.

Il problema – che America magazine sottolinea efficacemente – è che i fedeli invece sono sempre più “liberal”, cioè restii a un cattolicesimo “old style”. L’analisi è sull’America ma può senza troppi problemi essere esportata anche alle nostre latitudini. Fenomeno interessante le cui cause non sono state del tutto esplorate, al di là di analisi spesso superficiali. Il Sinodo sulla sinodalità davvero potrebbe aiutare a leggere questa situazione, a patto di uscire dalle solite contrapposizioni ideologiche.

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  • Matteo Matzuzzi
  • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.