Foto ANSA/GIANLUIGI BASILIETTI 

roma capoccia - spina di borgo

Per il presidente della Cei, Draghi è stato messo lì “dalla Provvidenza”

Matteo Matzuzzi

L'endorsement di Bassetti è una cosa rara, anche per i canoni solitamente governativi di casa alla Conferenza episcopale italiana

Che alla Conferenza episcopale italiana piacesse (e molto) Mario Draghi non era certo un mistero, ma un endorsement come quello concesso martedì dal presidente Gualtiero Bassetti è una cosa rara, anche per i canoni solitamente governativi di casa alla Cei: “Sappiamo quanto il presidente Draghi sia stimato in Europa. Certamente se la Provvidenza l’ha collocato al posto in cui si trova, la sua esperienza, la sua umanità e la sua intelligenza potranno veramente essere utili anche per un balzo avanti in questo senso. Perché, non sta a me dirlo, lui è un grande statista non solo dell’Italia ma anche dell’Europa. E c’è bisogno adesso di una visione d’insieme, di una sinergia profonda in questo senso”.

Citare la Provvidenza, visti i precedenti storici, è forse azzardato, ma a parte tale considerazione, non è un tantino (per citare Ratzinger, vedi la prima pagina di questo giornale) esagerato? A meno che non siano in corso negoziati riservati sui dossier che più stanno a cuore ai vescovi italiani, a cominciare dal ddl Zan in discussione nelle Aule parlamentari. Che si voglia cercare una sponda governativa prima che il provvedimento venga discusso? A pensar male si fa peccato, ma qualche volta ci si prende.

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  • Matteo Matzuzzi
  • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.