Cassano, i gay, e i trucchetti dei giornalisti

Piero Vietti

Oggi Cassano ha detto una cosa che non andava detta, in modi che era meglio evitare.

    Oggi Cassano ha detto una cosa che non andava detta, oltretutto in modi che era meglio evitare. Riporto dalle agenzie:

    "Ci sono froci in nazionale? Se penso quello che dico [sic, ndr] sai che cosa viene fuori..., sono froci, problemi loro, mi auguro che non ci siano veramente in nazionale, se lo ha detto Cecchi Paone che vuol dire che ci sono...?". Antonio Cassano, attaccante dell'Italia, risponde cosi', nella conferenza dal ritiro della nazionale a Cracovia, alle dichiarazioni di Alessandro Cecchi Paone, secondo il quale nella nazionale italiana ci sono due omosessuali, un bisessuale e tre metrosexual.

    Ora, al di là dell'ingenuità e della rozzezza di Cassano, che se davvero la pensa così con un pizzico di furbizia poteva evitare di rispondere a una domanda che nulla c'entra con gli Europei, sono ancora una volta stupito dai giornalisti.

    Il trucco è il solito: si dà rilevanza a quello che ha detto Cecchi Paone (che non si sa bene perché viene in questo caso considerato un custode autorevole dei segreti dello spogliatoio azzurro), poi si va in conferenza stampa e si fa la domanda sui gay a un giocatore che nove su dieci risponderà con una frase che farà discutere (la diplomazia, il politicamente corretto e l'intelligenza retorica non sono le armi più fulminanti di Cassano), le si dà a sua volta rilevanza e poi ci si indigna tutti quanti perché "Cassano invece di pensare al calcio fa dichiarazioni omofobe". No comment.

    P.S. Guardatevi il video delle dichiarazioni di Cassano. Sembra di essere sul pullman della gita di terza media: tutti i giornalisti che ridono, tutti i giornalisti che applaudono, tutti i giornalisti che commentano sghignazzando, di fatto aizzando Cassano a fare la gag sui froci. Poi però tutti i giornalisti svelti ad annotare – con il sopracciglio alzato – sui loro computer: "Frasi choc".

    • Piero Vietti
    • Torinese, è al Foglio dal 2007. Prima di inventarsi e curare l’inserto settimanale sportivo ha scritto (e ancora scrive) un po’ di tutto e ha seguito lo sviluppo digitale del giornale. Parafrasando José Mourinho, pensa che chi sa solo di sport non sa niente di sport. Sposato, ha tre figli. Non ha scritto nemmeno un libro.