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C'è qualcosa di nuovo?
Torniamo sul tema se Internet ci rende più stupidi o no. Nel libro di cui vi ho già parlato ("Internet ci rende stupidi?", di Nicholas Carr) sono riportati una serie di test interessanti: a gruppi di persone vengono fatti leggere testi su carta e testi su Internet (con più o meno link) e il risultato è sempre lo stesso: "La comprensione diminuisce con l'aumentare dei link".
C'è però un altro aspetto interessante, che emerge da studi simili. Lo descrive Carr a pagina 163:
La capacità della Rete di monitorare eventi e spedire automaticamente mesaggi e notifiche è uno dei suoi punti di forza. Facciamo affidamento su questa sua capacità per personalizzare il funzionamento del sistema, per programmare il suo sterminato database affinché risponda ai nostri specifici interessi o desideri o alle nostre particolari necessità. Vogliamo essere interrotti, perché ogni interruzione ci porta un'informazione preziosa. Disattivare questi avvisi significa rischiare di sentirci tagliati fuori o adirittura socialmente isolati.
Pensate a quante volte controllate la posta sul vostro smartphone anche fuori dall'orario di lavoro. O quante volte guardate se qualcuno vi ha ritwittati o taggati su Facebbok. Questo perché, spiega lo psicologo dello Union College Christopher Chabris.
Desideriamo ardentemente il nuovo anche quando sappiamo che "il nuovo è molto più spesso banale che essenziale".
Il dubbio è: desideriamo il nuovo più dell'essenziale perché siamo fatti così noi uomini, o perché Internet ci ha cambiati in questo senso?


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