Perché nessuno ci dice questo?

Piero Vietti

I ghiacci resistono e i deserti non aumentano.

    Come potete leggere in questo articolo del professor Luigi Mariani su Svipop, e come è stato abbondantemente urlato sul Web in questi giorni, negli Stati Uniti è stata creata una task force per indagare sugli effetti del cambiamento climatico sulle economie, e in particolare della desertificazione e dello scioglimento dei ghiacci che conseguiranno all'aumento di 4°C delle temperature previsto entro la fine di questo secolo. Ovviamente lo scenario è catastrofico. La cosa cambia (è il caso di dirlo?) se si vanno a vedere i dati reali su desertificazione e superficie dei ghiacci:

    - Secondo l'Istat in Italia le superfici forestali sono passate dai 4.5 milioni di ettari del 1910 ai 6.9 milioni di ettari del 2000. Certo, l'Italia non è il mondo.

    - Svipop riporta i risultati della ricerca di Hellden e Tottrup, geografi che operano rispettivamente alle Università di Lund e Copenhagen, che hanno analizzato i dati del sensore satellitare Modis della Nasa dal 1981 al 2003 con riferimento alle aree che a livello globale appaiono oggi più esposte al rischio di desertificazione (bacino del Mediterraneo, Sahel dall'Atlantico al Mar Rosso, le grandi aree aride dell'Africa Meridionale, della Cina – Mongolia e del Sud America). Bene, "nelle aree in esame si nota un progressivo aumento della biomassa vegetale nel corso del periodo indagato. Le carte riportate nell'articolo sono più che mai eloquenti indicando tendenze estese e ben consolidate all'incremento della biomassa vegetale in tute le aree in esame". Di più, "è stupefacente – scrivono i ricercatori – il fatto che tutte le aree in esame siano caratterizzate dall'assenza di crescita sistematica dei fenomeni di degradazione del suolo e desertificazione espressi in termini di declino della produttività dei vegetali o della copertura vegetale  su aree estese".

    Passiamo al ghiaccio:

    - Analizzando i dati sulle coperture glaciali in Antartide ed Artide che sono diffusi in tempo reale dall'Università dell'Illinois emrgono due dati:

    1. la persistente anomalia positiva della superficie marina ghiacciata in Antartide
    2. l'arresto della tendenza al decremento delle superficie marina ghiacciata in Artide che aveva avuto inizio nel 1998 e che si è interrotta due anni orsono.

    Cioè, l'Antartide cresce e l'Artico ha smesso di diminuire (qui potete vedere una bellissima animazione grafica dei "movimenti" dei ghiacci artici negli ultimi 30 anni, è molto istruttiva)

    Conclude Mariani, citando sempre dati di fonti ufficiali, "In complesso nel 1979 avevamo valori medi annui di superficie dei ghiacci marini che era di 19 milioni di km quadrati di ghiaccio (circa 63 volte la superficie dell'Italia) ed oggi ne abbiamo grossomodo 18 (60 volte la superficie dell'Italia), con una superficie che al 15 settembre 2009 era pari a 19.5 milioni di km quadrati".

    La morale è sempre quella: perché ci raccontano un mondo che non è quello della realtà? A chi giova?

    • Piero Vietti
    • Torinese, è al Foglio dal 2007. Prima di inventarsi e curare l’inserto settimanale sportivo ha scritto (e ancora scrive) un po’ di tutto e ha seguito lo sviluppo digitale del giornale. Parafrasando José Mourinho, pensa che chi sa solo di sport non sa niente di sport. Sposato, ha tre figli. Non ha scritto nemmeno un libro.