Vietato dare addosso alla Costituzione

Massimo Bordin
Non si porrebbe oggi il problema di una legge sul funzionamento interno dei partiti se la Costituzione avesse provveduto a delinearne almeno le linee fondamentali.

Attenzione a non banalizzare quello che sostiene il pentastellato Danilo Toninelli quando dice che la Costituzione non prevede un modello di democrazia interna obbligatorio per i partiti. Dargli addosso sventolando la bandiera delle regole democratiche è sconsigliabile. Intanto perché Toninelli dice male qualcosa che si avvicina a una verità storica. Non si porrebbe oggi il problema di una legge sul funzionamento interno dei partiti se la Costituzione avesse provveduto a delinearne almeno le linee fondamentali. Invece si limita a indicare la necessità di definirle e tradurle in legge, necessità non avvertita dal sistema dei partiti per più di mezzo secolo. Per motivi noti e nemmeno più spiegabili decentemente dall’epoca della fine dell’Unione Sovietica. Dare addosso al povero Toninelli implica per forza di cose un giudizio assai severo su come i partiti hanno trattato la Costituzione durante la storia della Repubblica. Dagli anni Novanta, quando c’era la possibilità politica di farlo, lo si è evitato per motivi nemmeno molto nobili. Oggi sarebbe più che mai necessario, perfino dovuto, ma manca la forza politica. E spuntano non solo i Toninelli ma anche gli Scarpinato, che della democrazia hanno un’idea tutta loro.