"Frazionabilità delle dichiarazioni". Il caso Del Turco

Massimo Bordin
Commentare la sentenza che ieri ha di nuovo condannato Ottaviano Del Turco è molto difficile basandosi solo sul dispositivo letto in aula. Sono caduti tredici capi di imputazione relativi a mazzette che Del Turco era accusato di aver riscosso dall'imprenditore sanitario Angelini, che rappresentava c

    Commentare la sentenza che ieri ha di nuovo condannato Ottaviano Del Turco è molto difficile basandosi solo sul dispositivo letto in aula. Sono caduti tredici capi di imputazione relativi a mazzette che Del Turco era accusato di aver riscosso dall’imprenditore sanitario Angelini, che rappresentava con le sue deposizioni l’unica prova di quei fatti. Quei fatti non sussistono dice il dispositivo. Dunque non resta che dedurre che Angelini se li sia inventati. Solo che la corte di appello condanna Del Turco per cinque residui capi di imputazione, sempre scaturiti dalle accuse della stessa persona. Come si può spiegare? Forse con un termine tecnico: “Frazionabilità delle dichiarazioni”. In parole povere : quando si ritiene che un accusatore mischi bugie e verità, i giudici possono selezionare le sue dichiarazioni pur sapendo di avere a che fare con un bugiardo. Ma la Cassazione è abbastanza esigente sulla tenuta logica del tutto e più di una volta ha annullato sentenze di questo tipo. Sul dispositivo non si può dire molto di più. Sulla sentenza si può aggiungere che è stata pronunciata in una città dove il magistrato che fece arrestare Del Turco, e parlò di prove granitiche, attualmente è vice sindaco.